La replica di Israele ci sarà. Lo ha confermato anche un funzionario di Tel Aviv, ma la sua portata deve essere ancora «determinata». Netanyahu sembra determinato a rispondere all’attacco lanciato dall’Iran come rappresaglia per il raid di Damasco del 1° aprile con droni e missili. Dei 330 ordigni lanciati contro Israele, il 99% è stato abbattuto, solo pochi razzi hanno colpito la base aerea di Nevatim nel deserto del Negev, causando danni lievi e non compromettendo la sua operatività. Il primo ministro israeliano sta pianificando una controffensiva calcolata e intelligente, e l’obiettivo principale potrebbe essere quello di colpire e distruggere i siti di ricerca nucleare in Iran.

Per anni, Israele ha discusso con gli Stati Uniti sulle opzioni riguardanti questi siti, dove gli iraniani stanno cercando di arricchire l’uranio per eventuali armi atomiche. Tuttavia, Netanyahu potrebbe considerare anche altre opzioni di rappresaglia, come raid aerei contro le basi dei Guardiani della Rivoluzione o contro le industrie belliche, o ancora attacchi simbolici come il ministero della Difesa a Teheran. Inoltre, Israele potrebbe impiegare missili a lungo raggio e sottomarini che si trovano al largo delle coste iraniane.

Nonostante Teheran ritenga la questione chiusa, è pronta a rispondere con maggior forza in caso di ulteriori azioni da parte di Israele. Così il Consiglio supremo di sicurezza nazionale di Teheran ha dichiarato che “Se il regime continuerà le sue azioni malvagie contro l’Iran con qualsiasi mezzo e livello, riceverà una risposta 10 volte più forte”. L’ayatollah Khamenei ha minacciato una risposta più dura su Twitter, evidenziando l’immagine della contraerea israeliana che abbatteva droni iraniani sullo sfondo della Spianata delle Moschee, affermando che “Gerusalemme sarà nelle mani dei musulmani”.

Biden: “Gli Stati Uniti non sosterranno l’eventuale controffensiva”

Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden al G7 ha comunicato a Netanyahu che gli USA non appoggeranno un’eventuale controffensiva israeliana contro l’Iran. Sarebbe stato il presidente Usa a convincere il premier israeliano, Benjamin Netanyahu, a non rispondere subito all’attacco lanciato dall’Iran.

Intanto, a Tel Aviv, è stato intercettato un drone non identificato proveniente dall’est. Anche se è stato costantemente monitorato dalle forze di difesa israeliane e non ha rappresentato una minaccia, le sirene di allarme non sono state attivate.

Redazione

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