L’ombra della Corea del Nord nella guerra tra Russia e Ucraina è ormai una presenza ingombrante e le rilevazione degli ultimi due mesi lo confermano. È il The Washington Post a ricostruire le rotte di due navi di Mosca, che nel recente periodo avrebbero spento il sistema di identificazione automatico facendo perdere le proprie tracce, mettendo fuori uso l’AIS, che fornisce informazioni sulla posizione e il movimento dei mezzi e rendendo le imbarcazioni invisibili alla sorveglianza marina: condizione ottimale per operare negli scambi con il loro alleato.

L’analisi del Royal United Services Institute (RUSI) suggerisce che l’operazione potrebbe aver avuto inizio alla fine di agosto coinvolgendo due navi, l’Angara e La Maria, appartenenti a società precedentemente sanzionate per il trasporto di armi e attrezzature militari a favore del governo russo (M Leasing). La tratta in esame è quella tra il porto di Rajin (Corea del Nord) e Dunai (Russia). Alcune immagini satellitari mostrano entrambe le navi che compiono viaggi multipli tra i due porti, caricando e scaricando container in entrambe le località e su diverse banchine e trasportando la merce accanto a una nave militare.

Altre testimonianze – spiega il quotidiano – raccontano di una rapida espansione dei pozzi di munizioni presso un deposito situato vicino al confine ucraino, che sarebbero stati riempiti grazie allo scarico di navi proveniente dalla Corea del Nord.

Anche gli Stati Uniti confermano la versione, ritenendo che lo Stato di Kim Jong-un abbia un’ampia gamma di proiettili e razzi d’artiglieria compatibili con i sistemi d’arma russi, pronti a essere utilizzati contro l’Ucraina. Un’assistenza cruciale per Mosca e un nuovo punto di svolta nella storia del conflitto.

Redazione

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