La vittoria della Schlein
“Ha perso il partito, hanno vinto i democratici”, intervista a Roberto Morassut
Roberto Morassut, deputato romano già vice presidente del gruppo dem alla Camera, è stato tra i primi dirigenti ad aver indicato la figura di Elly Schlein come interprete della nuova fase da aprire.
La vittoria di Elly Schlein è una bella sorpresa, per chi come lei ci ha lavorato dall’inizio. È soddisfatto?
Sono felice per quello che potrebbe essere un nuovo inizio. Conobbi Elly Schlein quando era vicepresidente della Regione Emilia-Romagna, ancora durante il Covid. Mi sembrava una figura nuova su cui era giusto puntare. Più di recente l’ho invitata in un teatro parrocchiale di Roma, nel mio collegio, quando non aveva ancora deciso di candidarsi. La incoraggiai. Quell’incontro pubblico su clima, acqua e siccità era un modo per prepararsi all’annuncio che infatti è arrivato tre giorni dopo.
Che segreteria sarà la sua?
Sulla scelta delle figure, deciderà lei. In solitudine, come è giusto che sia. Rappresenterà una svolta, in ogni caso. Il suo partito sarà quello che allargherà la comunità naturale dei democratici, che si riferisce a mondi che agiscono nella società ma che sono stati negli ultimi anni fuori dal Pd. Oggi possono entrarci e possono diventare quella costituente che predico da alcuni anni. Una costituente che è molto diversa da quello che era diventato, da ultimo, il Pd.
Cosa era diventato, il Pd?
Sostanzialmente uno scheletro ossificato di gruppi e correnti. Tanto che arrivo a dire che hanno vinto i Democratici e ha perso il partito. Abbiamo con Schlein la possibilità di trasformare il Partito democratico in un Movimento, cancellando quella parola, ‘partito’, che considero un retaggio del Novecento.
Correnti ce ne sono state, eccome, anche a sostegno di Elly Schlein…
I gruppi dirigenti naturalmente nei congressi si orientano. E quando ci sono fatti nuovi, persone e idee nuove, i dirigenti sanno riconoscerlo. Sono sicuro che l’apertura delle correnti a Elly Schlein è stata una apertura di credito fatta sulle idee.
Gli iscritti al Pd, a maggioranza, avevano votato Bonaccini al congresso.
Per la prima volta il voto degli iscritti è stato ribaltato dal voto degli elettori. Un fatto nuovo e straordinario: vuol dire che le dinamiche interne al partito organizzato viene rovesciato dall’entusiasmo di elettori. Ecco il Movimento democratico che si manifesta quando le decisioni centrali vengono prese in maniera del tutto estranea ed autonoma rispetto alle logiche interne. Un fatto che considero storico.
Roma ha fatto segnare delle punte record, insieme a Palermo, con oltre il 70% di consensi per Schlein. Merito anche suo, e di Zingaretti, e forse di Bettini?
Abbiamo assistito a una evaporazione del partito organizzato, soprattutto a Roma e nelle grandi città. Non c’è più una struttura organizzata. Tantomeno c’è questo controllo da parte di fantomatici burattinai nascosti su cui troppo spesso la stampa esagera. Abbiamo un fatto storico, lo ripeto: l’elettorato democratico si esprime motu proprio, senza badare a nessuna indicazione.
Un po’ come è avvenuto con lei, quando si candidò alle primarie da sindaco di Roma…
Infatti, e mi candidai da solo contro tutte le correnti, prendendo il 30%. Allora era presto. Oggi ha preso coraggio quella parte di elettorato democratico che finora non si era espressa.
Cosa si aspetta dalla nuova Segretaria?
Mi auguro che Schlein possa incarnare, come credo farà, le esigenze, le domande e anche le angosce di generazioni nuove che si stanno affacciando alla politica e che quando è nato il Pd non c’erano. Generazioni che vivono il presente con angoscia e cercano un luogo di combattimento sul piano sociale, per ottenere diritti, per ridurre la precarietà, per affrontare con urgenza l’emergenza climatica. È per loro che dobbiamo costruire il Movimento dei Democratici. La rifondazione della sinistra inizia oggi.
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