Come ogni anno si è celebrato il Natale nella basilica della Natività a Betlemme. I fedeli, a causa della guerra, erano pochissimi, ma senza, però, perdere la speranza che la guerra prima o poi finirà e che il prossimo Natale non sarà così triste. Anche la festività ebraica di Hanukkah che quest’anno è iniziata lo stesso giorno di Natale, e che è ancora in corso, ha riacceso le speranze in Israele. La gioia e la luminosità che questa festa rappresenta per tutti quelli che la celebrano, ha fatto sperare gli Israeliani nel cosiddetto “miracolo di Hanukkah”, cioè di riportare a casa tutti gli ostaggi.

Hamas e la verità sulla lista degli ostaggi

E invece è arrivata la prima doccia fredda: le trattative per la liberazione degli ostaggi e il cessate il fuoco si sono arenate, con Hamas che non ha consegnato la lista degli ostaggi. Un alto funzionario di Hamas afferma che allo stato attuale c’è difficoltà a contattare le organizzazioni incaricate di mantenere in vita gli ostaggi, e che quindi Hamas potrà fornirne un elenco completo solo dopo il cessate il fuoco. Vero? Falso? Di vero c’è che Hamas, a Gaza, è stata smantellata quasi del tutto e i terroristi non ricevendo più istruzioni da un comando superiore si sono sparpagliati e resta difficile reperirli per compilare la lista. Da dubitare, invece, sulla loro volontà di avviare una trattativa seria.

Israele bombarda lo Yemen

Nel frattempo, in risposta a lancio di missili da parte degli Houthi, Israele ha bombardato lo Yemen e stima che, nonostante l’attacco, gli Houthi continueranno a lanciare missili, perciò si prepara ad aprire un nuovo fronte. Inoltre Israele è sempre più preoccupata dalla presenza turca in Siria. L’ipotesi di base è che Erdogan stia cercando di realizzare un piano egemonico di stampo neo-ottomano, utilizzando Taḥrīr al-Shām, HTS, la formazione islamista siriana di orientamento salafita, mirando a trasformare tutta la Siria in una sorta di protettorato turco attraverso la conquista dei territori curdi.

L’attacco alle case dei residenti

In questi giorni se ne sono colti i primi inquietanti segnali, proprio durante il Natale. I terroristi dell’ISIS/Al-Qaeda, che dovrebbero rispondere delle loro azioni a Al Joulani, sono andati nella principale città alawita di Latakia attaccando le case dei residenti alawiti e cristiani, nel tentativo di mandarli via. Si teme sia l’inizio di una pulizia etnica atta a creare un futuro stato jihadista.

Nuovi depositi di armi

Infine, l’esercito israeliano ha scoperto nuovi depositi di armi in Samaria e Giudea, di fabbricazione iraniana, in arrivo dalla Giordania. Ciò significa che il traffico d’armi in Giordania è in aumento, e che la Giordania non è in grado di controllare i suoi confini per arrestarlo. Hamas, quindi, sta facendo progressi in Cisgiordania, anche nelle zone che dovrebbero essere sotto il controllo di Abu Mazen: e questa è davvero una pessima notizia. L’anno volge al termine e si prospettano per Israele nuove sfide e minacce da fronteggiare, che potrebbero rendere necessaria l’apertura di nuovi fronti di guerra.