L'intervista
Horodetskyy, leader ucraino in Italia, avverte Putin e Trump: “Pace sì, resa mai. L’88% sta con Zelensky”
I 500.000 ucraini che vivono nel nostro paese guardano con scettiscimo agli accordi di Riad: “Fumosi”. Il presidente da Kyiv: “Non c’è stato alcun accordo con noi sui territori”. Giovedì sarà a Parigi da Macron

Oles Horodetskyy è il volto della comunità ucraina in Italia. Rappresenta i 500.000 ucraini che vivono in Italia, tra residenti e rifugiati. La sua voce tonante accompagna tutte le manifestazioni di solidarietà che si svolgono da quando Putin ha invaso le regioni orientali dell’Ucraina, dando inizio a questa sanguinosa guerra al centro dell’Europa.
Mentre tutti parlano di accordi sull’Ucraina a prescindere dagli ucraini, per noi la loro voce va rimessa al centro.
Gli accordi di Riad sono soddisfacenti?
«Per niente. Si sono accordati sul continuare a trattare. Nel complesso, sono accordi che favoriscono la Russia, tutti focalizzati ad eliminare le sanzioni. A noi viene chiesto un passo indietro, alla Russia si accorda un passo avanti. Ma sulla sostanza, sembrano aver preso parte a tre riunioni diverse».
In che senso?
«Finita la riunione di Riad, sui giornali russi hanno pubblicato la notizia che gli Stati Uniti si sarebbero impegnati a esportare grano russo nei mercati occidentali, con la riammissione di banche russe nel sistema Swift. Cosa che ai nostri negoziatori non risulta e che penso non sia accettabile per l’Europa. Ognuna delle parti ha letto questi accordi in modo suo. E senza chiarezza non c’è nessun reale passo avanti».
Ma si può trattare di Ucraina senza che Kyiv sia pienamente coinvolta?
«Ci sono negoziati tra Stati Uniti e Russia e poi c’è l’interlocuzione tra Stati Uniti e Ucraina. Gli americani si sono proposti come mediatori e questo fa sì che i negoziati a Riad procedano su due tavoli separati. Non è la soluzione migliore, né la più veloce, ma al momento è l’unica possibile».
Ancora presto per un tavolo Russia-Ucraina…
«Le richieste di Putin sono inaccettabili, assurde, irricevibili per noi. Chi attenta all’integrità territoriale ucraina perde solo tempo. Nessuno firmerà mai accordi in tal senso».
Una visione pessimista.
«Sono realista. In tempi brevi sarà impossibile avere una soluzione stabile, anche perché Putin mantiene il suo potere in Russia grazie al perdurare di questa guerra. Ha reimpostato tutta la macchina pubblica, la produzione industriale, gli equilibri politici interni sulla base della guerra, che gli conferisce tra l’altro poteri marziali spregiudicati e incontrollabili. Putin non può permettersi di disarmare, di disinnescare la sua macchina infernale».
E se si arrivasse a un compromesso?
«Ci vorrà tempo, devono preparare una serie di situazioni. Putin ha promesso per anni di riunificare alla Russia ampi territori, non si fermerà senza aver raggiunto il suo scopo, che per noi ucraini è assolutamente da escludersi. E poi ci sarebbero problemi di vario tipo, nel riassorbimento della forza militare russa».
Di che tipo?
«Per esempio, se tra poche settimane dovessero tornare in Russia quelle decine di migliaia di militari, abituati a stipendi alti e con piena libertà di uccidere senza regole, cosa succederebbe? La criminalità organizzata dilagherebbe, c’è già molta preoccupazione su questo punto, in Russia. Devono tenerli impegnati fuori dai confini il più possibile perché non saprebbero gestirli».
In Italia c’è chi dice che Zelensky è messo in discussione, in Ucraina.
«Lo dicono i propagandisti di Mosca e quelli che fanno disinformazione come Marco Travaglio e Alessandro Orsini. La verità la conosce bene chi conosce l’Ucraina, chi parla con gli ucraini: siamo tutti con Zelensky, senza cesarismi come in Russia, perché noi siamo democratici. C’è un sondaggio fatto oggi dall’istituto di statistica Kyiv International Institute of Sociology che riporta come l’88% degli ucraini rifiuta qualsiasi compromesso con la Russia, tantomeno sulla cessione di territori».
Rimane il 12% a favore…
«Sono soprattutto gli abitanti delle zone occupate dai russi. L’esercito russo ha minacciato di deportarli in Russia e di abbattere le loro case. Presi tra l’incudine e il martello, per disperazione, sono costretti ad accettare un compromesso. Nessun ucraino, anche se non ci fosse Zelensky, accetterebbe di avere i russi sul suolo della nostra patria».
E se occupassero stabilmente degli oblast, delle provincie?
«Nessuno la manderebbe giù. Voi italiani siete stati occupati per secoli da altre nazioni, avete perso delle battaglie ma vinto le guerre, cacciato gli invasori e liberato il vostro paese. Noi siamo impegnati nella stessa cosa, in una resistenza che andrà avanti per generazioni e generazioni, non importa quanti anni serviranno per ricacciarli».
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