La politica deve esprimere una visione”, quella che in queste elezioni amministrative non è riuscita ad esprimere il centrosinistra a guida Schlein. Sono le parole di Mariapia Garavaglia che tracciano il lungo percorso dei cattolici in politica attraverso l’incontro con Maria Elena Boschi, Pierluigi Castagnetti e Stefano Folli, coordinato da Flavia Piccoli Nardelli, nel luogo simbolo dell’istituto Luigi Sturzo. Il libro di una delle maggiori esponenti della ‘terza generazione’ democristiana “Perché io no? Una storia politica” racconta un mondo che è stato e che dovrebbe continuare ad essere.

Nel giorno della sconfitta elettorale del centrosinistra ai ballottaggi il mondo cattolico si incontra non per ricordare il passato, ma per guardare al futuro, per tracciare la strada riformista che manca al Partito Democratico. È Pierluigi Castagnetti a evocare quella storia di cui molti sentono il vuoto: “Dobbiamo accettare e prendere atto che oggi la politica è una cosa diversa. Noi raccontiamo quello che abbiamo fatto noi, può servire”. E tra il pubblico sono in molti a credere che servirebbe al Paese se qualcuno fosse pronto a raccogliere quella testimonianza.

“Noi – prosegue l’ultimo segretario dei Popolari – non pretendevamo di rappresentare i cattolici. Agivamo non in nome della fede ma a causa della fede, che ci imponeva di non stare fermi. La politica era competizione, ma era un altro tempo, era un’altra politica e ogni tentativo di ripetere quella stagione è destinato a fallire”. Castagnetti sembra non lasciare speranze, ma aggiunge: “Voi dovete fare la vostra strada e noi guardiamo, possiamo dare qualche consiglio non richiesto. La grandezza dei nostri maestri ha a che fare con la sollecitazione ad avere lo sguardo in alto e proiettato nel futuro”.

A cogliere quel monito, e il testimone, Maria Elena Boschi: “C’è una storia da rispettare, nessuna nostalgia per il passato, ma l’orgoglio per una stagione politica con una visione per il futuro”. È proprio quella visione ad essere il filo rosso che sembra essersi spezzato nell’evoluzione del percorso dei cattolici in politica, ma che le mani laboriose e attente della deputata di Italia Viva possono riannodare.

“Dietro le scadenze elettorali ci può essere la costruzione di un progetto politico”, avverte Boschi, guardando alle Europee del 2024 e alle prossime elezioni politiche. Nel giorno delle sconfitte elettorali del Pd – con l’unica eccezione di Vicenza in cui intorno a Giacomo Possamai è stata costruita un’alleanza riformista – ha ricordato quando il Partito Democratico a guida Renzi vinceva in 6000 comuni su 8000, governava 17 regioni e aveva la maggioranza in Parlamento. “Poi – ha sottolineato – ha prevalso l’idea che fosse più importante la ditta del Paese e hanno scelto la ditta. Una scelta che è l’antitesi della politica, soprattutto per chi viene dalla tradizione della Democrazia Cristiana, motore di crescita e sviluppo del Paese”.

“Quella tradizione, quella storia, è fondamentale per capire il presente e navigare nel futuro”, ricorda Stefano Folli che riconosce nella ex ministra di IV i valori, lo studio e la passione di quei protagonisti della storia della Repubblica. Ed è proprio Boschi a rintracciare nell’esperienza del passato la strada da percorrere: “Oggi a contrastare la buona politica ci sono due grandi avversari: la destra sovranista e le tendenze massimaliste della sinistra che si nutrono di una radice comune che è il populismo, ‘falsario della politica’. Per sconfiggerlo si deve ripartire dal popolarismo. Noi abbiamo la responsabilità di creare un progetto comune con chi si riconosce nel popolarismo italiano, per ricreare fiducia in una società in cui i diritti si accompagnano ai doveri, per essere in grado di coinvolgere e far sognare”.

Da quell’intuizione di Sturzo, consegnata oggi a chi vuole impegnarsi a darle nuova vita, può nascere un nuovo progetto riformista, con le radici ben ancorate nella storia e lo sguardo verso il futuro.

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