Elly cambia improvvisamente programma e questo rende perfettamente l’idea di che brutta notte abbia passato lo stato maggiore del Pd. La segretaria del Pd era attesa a Bruxelles per dirimere un’altra grana che era scoppiata sulle armi nel suo gruppo parlamentare. L’inattesa slavina elettorale, ha causato il cambiamento d’agenda, Roma e probabilmente in Romagna e non più in Belgio.

D’altra parte la lettura dei quotidiani stamani deve essere stata una sorta di via crucis per il Nazareno. Un florilegio di dichiarazioni come ai bei vecchi tempi, quelli che portarono Elly ad organizzare Occupy Pd, il problema casomai è che ora il Pd è lei. Tra le battute rilasciate dai dirigenti, c’è l’imbarazzo della scelta.

Il più basico? Nico Stumpo che vuole “ricostruire un database delle cose che uniscono e di quello che secondo noi serve al Paese”.

La più critica? L’eurodeputata Elisabetta Gualmini, “Il #Pd dice #no a tutto. NO al taglio del cuneo fiscale, NO al premierato (che avevamo lanciato noi), NO a tutto. Aggiungendo che al Governo abbiamo i fascisti. E le nostre proposte non si capisce quali siano. Come si fa a convincere gli elettori?”.

Il più tetragono? Emiliano Fossi, che pur reduce dalla batosta rimediata anche a casa sua, Campi Bisenzio, non demorde: “E’ tempo di cambiare il Pd. Ce lo hanno chiesto al congresso ed è il dato che viene fuori dalle urne, una stagione oggi si chiude e se ne apre una nuova”.

Il più serafico? Il più alto in grado, il presidente del gruppo dem in Senato, Francesco Boccia: “Non c’è stata un’alleanza decisa dalla nuova segreteria e le liste del Pd erano di fatto già chiuse”.

In meno di 24 ore, il Pd è stato costretto a prendere atto della realtà, che è molto lontana dalle elaborazioni sognanti degli ultimi tempi fatte di sondaggi con il segno più, di enfasi sulle nuove iscrizioni, di alzate di spalle per gli abbandoni delle scorse settimane.

Elly Schlein ieri ha fatto una vera e propria terapia di gruppo, tre ore di segreteria a porte chiuse, una dichiarazione sotto al Nazareno (naturalmente bandite le domande dei giornalisti) in cui è stata costretta ad ammettere la forza del vento di destra, smentita solo qualche settimana prima (‘saremo un bel problema per il governo Meloni’, nell’intervista dadaista consegnata a Vanity Fair).

L’unica vera notizia del giorno dopo la batosta, è che il Pd delle mille correnti ha ridato segni di vita. Nel mirino naturalmente la segreteria, e quelli che in Transatlantico chiamano i ‘gemelli diversi’, gli emiliani Igor Taruffi e Davide Baruffi. ‘Elly voleva essere sicura di straperdere il turno amministrativo. Così a due giorni dal voto, si è riproposta di aumentare le tasse, e di rinverdire la patrimoniale’, commenta sarcasticamente un deputato di lungo corso camminando avanti ed indietro nel salone dei busti.

La discesa nel mondo reale per il nuovo Pd, non poteva essere più cruento, le previsioni ipotizzavano una lunga stagione tranquilla per Elly Schlein, la segretaria e’ però inciampata durante la prima prova stagionale, considerata poco più che una passeggiata. D’ora in avanti, niente sarà facile per lei.

Phil

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