Nessuno poteva immaginare, tanto meno il diretto interessato, che a pochi mesi dalla pensione Otello Lupacchini, procuratore generale di Catanzaro, avrebbe affrontato un procedimento disciplinare, con lo spauracchio del trasferimento d’ufficio, davanti al Csm. E tutto per “colpa” di una intervista. Sia il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede che il procuratore generale della Cassazione Giovanni Salvi hanno chiesto, infatti, alla Sezione disciplinare di Palazzo dei Marescialli di allontare Lupacchini da Catanzaro.

Motivo? Intervistato alla vigilia di Natale da Tgcom24, Lupacchini aveva criticato la maxi operazione anti ‘ndrangheta condotta pochi giorni prima dal procuratore di Catanzaro Nicola Gratteri.
L’indagine, denominata “Rinascita Scott”, aveva portato in carcere 334 persone, circa 50 già scarcerate dal tribunale dei riesame, e alla denuncia di altre 400 in Italia e all’estero. «Per me – aveva detto Gratteri nella conferenza stampa “fiume” durata circa due ore – era importante realizzare un sogno, fare la rivoluzione, quella di smontare la Calabria come un treno dei Lego e rimontarla piano piano». «Sebbene possa sembrare paradossale, non so nulla di più di quanto pubblicato dalla stampa, in quanto c’è la buona abitudine da parte della Procura distrettuale di Catanzaro di saltare di tutte le regole di coordinamento e collegamento con la Procura generale», erano state le parole di Lupacchini al giornalista Mediaset che gli chiedeva informazioni al riguardo.

«Non siamo stati portati a conoscenza – aveva aggiunto Lupacchini – prima della vicenda, non ne siamo stati portati a conoscenza dopo: i nomi degli arrestati e le ragioni degli arresti, in una sintesi estrema, li abbiamo conosciuti soltanto a seguito della pubblicazione della stampa, che è molto più importante della Procura generale da contattare ed informare». Tutto qui. Poche parole sufficienti però a scatenare gli strali delle correnti dell’Anm. Sia i togati di sinistra di Area-Md che quelli di destra di Magistratura indipendente, la corrente di riferimento di Gratteri, avevano subito chiesto l’apertura di una pratica al Csm per valutare “la posizione” di Lupacchini. L’udienza è stata fissata per il prossimo giovedì. Il difensore di Lupacchini ha già fatto istanza affinché sia pubblica, sottolineando la «necessità» di tutelare l’immagine del pg, «oggetto di diverse centinaia di insulti che, precipitati in rete con inusitata virulenza (soprattutto attraverso social network) hanno ingenerosamente e immotivatamente apostrofato il magistrato con espressioni offensive della sua dignità personale e professionale».

Appare inoltre «indispensabile – ha aggiunto – portare a conoscenza della collettività, nei minimi dettagli, fatti estremamente gravi in ragione dei quali Lupacchini vede aggravarsi ulteriormente il pericolo per la propria incolumità». Per non farsi mancare nulla, su Lupacchini, oltre al trasferimento d’ufficio, pende pure una procedura di trasferimento per “incompatibilità funzionale”.
Il legale del pg sul punto ha ricordato di aver già segnalato al Csm «il vulnus all’assoluto riserbo che avrebbe dovuto caratterizzare la procedura, a carico di Lupacchini, a suo tempo concretizzatasi con la reiterata fuga di notizie relativa agli atti di precedente procedura riservata, da cui è derivata la diffusione di notizie distorte, con grave pregiudizio per il magistrato». Il riferimento è all’audizione di Lupacchini avvenuta lo scorso 13 gennaio a Roma.

E sempre il legale di Lupacchini ha chiesto di sapere che fine abbiano fatto gli esposti del suo assistito «inoltrati al ministro della Giustizia e al procuratore generale presso la Corte di cassazione, relativi alle criticità riscontrate anche in materia di coordinamento e collegamento tra Procure». E Gratteri invece? Dopo essersi “lamentato” per la poca copertura mediatica fornita alla sua indagine, sarà ospite d’onore del convegno “I nostri ideali per costruire il futuro, per cambiare e condividere” organizzato il prossimo 8 febbraio a Roma da Magistratura indipendente. A lui il compito tenere un intervento sul tema “La comunicazione degli uffici giudiziari: sostanza e forma”.