Nel Pd posizioni diverse. Unanime la solidarietà per i colpi su Unifil
Il collante anti-israeliano unisce le opposizioni: Conte, Schlein, Landini, tutti contro Netanyahu
Maurizio Landini va a La7 per pontificare quasi mezz’ora sul senso profondo del suo invito alla “rivolta sociale”. Per tutta risposta, dopo gli incidenti di Torino si infiamma La Sapienza e scoppiano incidenti. 150 studenti presidiano Giurisprudenza, poi Economia. Vengono aggrediti militanti di destra e nel parapiglia, un addetto alla vigilanza riceve un sasso in testa.
«L’estremismo dei centri sociali – a Roma come a Torino con le aggressioni davanti alla Mole Antonelliana – getta la maschera e mostra il suo vero volto», dice Federico Mollicone, Fdi, presidente della commissione Università della Camera. E si rivoltano anche i ferrovieri, con uno sciopero nazionale che paralizza il Paese: «Ricadute pesanti su tutto il sistema», informa FS. Per le opposizioni, il collante ideologico va dall’antifascismo militante (chissà se qualcuno di loro ricorda che nell’Anpi post liberazione c’era molta Dc, il Pli, il Pri e tanti monarchici) alla nuova guerra santa, quella contro Israele. E quando non sono i magistrati italiani a dare manforte, come nel caso di Paesi sicuri, ecco che arrivano i loro colleghi de L’Aja.
La Corte penale internazionale cala l’asso del mandato d’arresto per Netanyahu sul tavolo da gioco di Avs, M5S e Pd. I primi – con Fratoianni e Bonelli – si sentono mobilitati personalmente. Vogliono depositare una mozione in Parlamento per «Impegnare il governo al pieno rispetto delle convenzioni internazionali sottoscritte dall’Italia e quindi alla sollecita attuazione delle decisioni della Cpi».Bonelli va oltre: «Delegittimare la Cpi è di una gravità inaudita: non si può acclamare quando chiede l’arresto di Putin per la guerra in Ucraina e poi bollarla come irresponsabile se chiede l’arresto di Netanyahu che è colpevole di circa 44mila morti tra i civili e di aver raso al suolo Gaza». I Cinque Stelle, che oggi si riuniscono al Palazzo dei Congressi dell’Eur, a Roma, con Giuseppe Conte ai ferri corti con Beppe Grillo, non nascondono amicizie e propensioni. «Meloni non era attendista nel 2023 quando la Cpi ha emesso un mandato di arresto anche per Putin», dice Vittoria Baldino. E dunque: «Siamo davanti a vergognoso doppiopesismo».
Meloni ha parlato nel pomeriggio, interrompendo il tam-tam «Meloni attendista». Il Pd fa il Pd e si divide in due. Prima vanno all’attacco i capigruppo dem, Francesco Boccia e Chiara Braga: «Non è accettabile che in una fase così delicata per la politica internazionale il governo si esprima in modo confuso e contraddittorio». Poi arriva il governatore campano Vincenzo De Luca: «Auguriamoci che termini il massacro insopportabile di palestinesi a Gaza, nel Libano e nella Siria. E non aggiungo altro rispetto ad una sentenza sacrosanta della Corte penale internazionale». Prova a mettere una pezza Pina Picierno secondo la quale «Le prescrizioni degli organi giurisdizionali si rispettano sempre, ma non si possono mettere sullo stesso piano la condotta di Israele e quelle di una organizzazione terroristica come Hamas». Stessa opinione di Davide Faraone, IV: «Non è corretto mettere sullo stesso piano i terroristi di Hamas e il governo democratico di Israele».
Bipartisan invece la solidarietà ai militari italiani in Libano, oggetto di un nuovo attacco che ha provocato quattro feriti. Piero Fassino, vicepresidente della Commissione Difesa di Montecitorio, dà «Solidarietà e vicinanza ai militari italiani feriti da razzi lanciati da Hezbollah contro una base del contingente di pace Unifil. Serve una forte azione politico-diplomatica per fermare la guerra a Gaza e in Libano, ottenere la liberazione degli ostaggi ancora nelle mani di Hamas e aprire la strada a una soluzione politica del conflitto». Per il presidente del Copasir, Lorenzo Guerini «ciò che è avvenuto è inaccettabile e mostra ancora una volta l’esigenza inderogabile della cessazione delle ostilità con l’arretramento di Hezbollah a nord del fiume Litani».
© Riproduzione riservata