L'omelia nella bufera
Il delirio no-vax di Don Paolo: “Vaccini da feti vivi abortiti”
È bufera sulle parole di don Paolo Pasolini, parroco di San Rocco, San Paolo e Santa Maria della Speranza a Cesena. Un delirio che ha addossato alle case farmaceutiche la pratica di sviluppare e sperimentare i vaccini contro il coronavirus sollecitando e pagando per far abortire. Una fake news smentita più volte e categoricamente, circolata in improbabili siti di No-Vax e No-Mask, che comunque ha fatto proseliti nel parroco che l’ha rilanciata dall’altare con un grottesco candore.
Le parole di don Paolo: “Stiamo tornando al si salvi chi può. Addirittura: Mors tua vita mea, la tua morte è la mia salute. Vedi, per esempio, la fabbricazione, a onor del vero non solo del vaccino anti-covid ma anche di tanti altri vaccini fatti ad fino ad adesso. Come voi sapete la sperimentazione e l’uso dei vaccini … gli ingredienti, sono tirati fuori da parti organiche di feti vivi abortiti. Che vuol dire che esistono aziende, non cosche mafiose, che pagano delle donne, povere, che pagano per lasciarsi ingravidare.
Al quarto, quinto mese le viene asportato il feto, che dev’essere vivo, perché al feto vivo vengono tolti fegato, cuore e polmoni … gli organi che sono ancora vivi, perché non si può utilizzare un corpo morto per fare cose vive. E così vengono ceduti, venduti a un’azienda che produce e sperimenta vaccini. Tra i quali anche quello che conosciamo, per esempio AstraZeneca, che è fatto a base di questi. Non lo tengono neanche nascosto, te lo devono dire e te lo dicono, tanto se è necessario lo facciamo, se fa bene, pazienza. In realtà non ci rendiamo conto che dentro tutta questa macchina, dove noi ce la cantiamo e ce la suoniamo, la macchina retorica del bene comune, in realtà che dietro un mondo mostruoso dove davvero la vita degli altri è la nostra vita”.
“Cesena”:
Perché in un’omelia presso la parrocchia di San Rocco don Paolo Pasolini ha sostenuto che aziende statali o private fanno ingravidare donne per farle abortire al fine di asportare il feto vivo e usare gli organi per la sperimentazione dei vaccinipic.twitter.com/Kjpu2cjuvI— Perché è in tendenza? (@perchetendenza) March 23, 2021
Il video ha fatto il giro del web. È stato inizialmente diffuso sulla pagina Facebook della parrocchia. E, inutile dirlo, ha fatto il giro dei social network. Il 55enne sacerdote non ha voluto replicare né commentare in alcun modo le sue dichiarazioni, tutte falsità. Non sarebbe nuovo, scrive Il Resto del Carlino, a teorie controverse. Il vescovo Douglas Regattieri ha osservato, in una nota la Diocesi di Cesena-Sarsina, invece: “Si tratta di opinioni personali dette nel contesto di un commento più articolato sulla morte e sulle paure del morire. Sui vaccini la posizione è quella espressa dal magistero e dall’esempio di papa Francesco, dalle Congregazioni vaticane e dalla Cei”.
La Congregazione per la dottrina della fede (l’ex Sant’Uffizio, il massimo organismo competente in proposito della Chiesa cattolica) si era pronunciata lo scorso dicembre ritenendo “moralmente accettabili i vaccini anche se utilizzano cellule di feti abortiti nel processo di ricerca”. Condanna secca da parte dell’assessore regionale alla Sanità Raffaele Donini: “Da Cesena un delirio imperdonabile. Valuterei se penalmente rilevante”.
Dichiarazioni “oscurantiste che minano il processo di rinascita per l’intera collettività” oltre che “false, crudeli e gravissime”, la replica del Partito democratico. “False perché la ricerca vaccinale da decenni utilizza linee cellulari ricavate da due feti abortiti tra gli anni ‘70 e gli anni ’80. Crudele perché gioca sulle paure e il senso di colpa manipolando la realtà. Gravissime perché mette in pericolo la salute, fino alla vita, delle persone più deboli”.
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