Dopo il lago d'Averno anche il mare si tinge di rosso, analisi in corso
Il mare di Lucrino si tinge di rosso, il fenomeno si sparge nei Campi Flegrei: ecco cosa sta succedendo

Nei giorni scorsi aveva impressionato la vista delle acque del Lago D’Averno rosse. Uno scenario insolito che ha insospettito tanti. Negli ultimi giorni anche le acque del mare davanti a Lucrino hanno assunto la stessa colorazione. Intanto lo sciame sismico continua a scuotere i Campi Flegrei con scosse sempre più frequenti a causa del bradisismo. Cosa sta succedendo? C’è una commessione tra i due fenomeni di origine vulcanica?
“La colorazione rossa delle acque è dovuta alla proliferazione di alghe”, aveva spiegato nei giorni scorsi al Riformista Stefano Caliro, geochimico dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, sezione di Napoli Osservatorio Vesuviano. Dunque la spiegazione del fenomeno suggestivo ma anche un po’ inquietante sarebbe di origine naturale e non vulcanica.
Tecnici del Dipartimento di Napoli dell’Arpa Campania hanno nei giorni scorsi effettuato prelievi di acque del lago d’Averno, interessato da colorazione anomala rossastra. Poi sono pervenute segnalazioni di analoga colorazione delle acque costiere nella zona di Lucrino, in un’area che comprende il porto di Baia. I tecnici della UO Mare Arpac si sono recati prontamente sul posto giovedì 7 aprile, effettuando prelievi di acqua di mare e osservando anomala colorazione anche delle acque del canale che mette in comunicazione il lago con il mare.
“Pertanto – scrivono i tecnici dell’Arpac in una nota – in attesa dei risultati analitici sui campioni prelevati, è ipotizzabile che le acque dell’Averno, probabilmente per le piogge di questa notte, siano giunte in mare colorandolo di rosso. Le acque del lago d’Averno sono state interessate in passato da fioriture di Planktothrix rubescens, microalga potenzialmente tossica appartenente al gruppo delle Cianoficee, chiamata spesso ‘alga rossa’, tipica di laghi e bacini chiusi di acqua dolce con acque ferme e stagnanti e temperature non elevate e inferiori ai 18°C, per cui si riproduce bene nei periodi invernali e primaverili”.
“L’osservazione al microscopio dei campioni di acque costiere prelevati stamattina nella zona di Lucrino conferma la presenza della microalga Planktothrix rubescens, osservata anche nei campioni prelevati nei giorni scorsi nel lago d’Averno. I risultati conclusivi delle indagini in corso verranno diffusi non appena disponibili”, conclude la nota.
Per il lago d’Averno non si tratta comunque di un fenomeno nuovo, come ha spiegato Caliro: “Il fenomeno è periodico con una frequenza quasi annuale, ma l’entità del fenomeno è variabile”. L’espero ha spiegato che fenomeni di questo tipo solitamente durano poche settimane. Il meteo potrebbe essere stato determinante anche per il successivo allargamento del fenomeno al mare. “Non sono a conoscenza di studi in merito e non riguarda il mio settore scientifico, ma penso sia la concomitanza di almeno due fenomeni: l’incremento di temperatura dopo i periodi freddi e la presenza di nutrienti nelle acque. Non è certamente un fenomeno legato all’attività vulcanica”, ha specificato Caliro. La natura dovrebbe fare il suo corso normalmente nelle prossime settimane e le acque dovrebbero tornare del loro colore originario.
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