Il patriarca di Mosca e di tutte le Russie, Kirill, potrebbe finire tra le personalità sanzionate dall’Unione europea per il loro appoggio alla guerra scatenata da Vladimir Putin in Ucraina ormai al 70esimo giorno.

È questa infatti l’intenzione di Bruxelles secondo un documento visionato dall’Afp, che ha poi pubblicato l’indiscrezione. Il nome del patriarca della Chiesa ortodossa è tra quelli presenti nel sesto pacchetto di sanzioni in risposta alla guerra della Commissione europea.

La lista, che deve ancora essere approvata dagli Stati membri dell’Unione, comprende 58 personalità da sanzionare, tra cui molti soldati russi, ma anche moglie e figli del portavoce del Cremlino Dmitry Peskov.

Ad oggi oltre mille persone fanno già parte della ‘black list’ europea dei complici di Putin: le sanzioni consistono nel divieto di ingresso nell’Ue e nel congelamento dei beni. Il patriarca Kirill, “alleato di lunga data del presidente Vladimir Putin, è diventato uno dei principali sostenitori dell’aggressione militare russa contro l’Ucraina“, sottolinea il documento.

Sin dall’inizio del conflitto Kirill ha mostrato il suo appoggio forte al conflitto in Ucraina, la “operazione militare speciale”, come viene definita dal Cremlino, Soltanto ieri Kirill aveva ribadito che la Russia “non ha mai attaccato nessuno, ma ha sempre difeso i suoi confini.

In precedenza il patriarca russo aveva definito Putin “il miracolo di Dio, sottolineando come quella in Ucraina fosse una “guerra santa”. Quanto alle ripercussioni economiche delle possibili sanzioni contro Kirill, secondo Forbes il patriarca di Mosca avrebbe un patrimonio personale di circa 4 miliardi di dollari, mentre per il giornale russo Novaya Gazeta la cifra arriverebbe a sfiorare gli otto miliardi grazie a esenzioni fiscali statali russe riferibili al mercato della manifattura di tabacco e di birra.

Da parte sua Kirill ha sempre negato tali ricchezze, mentre via Telegram il portavoce della Chiesa ortodossa russa Vladimir Legoyda ha spiegato che a Mosca si guarda con “scetticismo” ai piani della Commissione europea contro il patriarca.  “Vorrei ricordare agli autori delle iniziative sanzionatorie che il Patriarca proviene da una famiglia i cui membri sono stati oggetto di repressione per decenni a causa della loro fede, durante il periodo dell’ateismo militante comunista“, ha dichiarato Legoyda.

Nessuno di loro ha avuto paura di reclusione o rappresaglie“, ha ricordato, “quindi bisogna essere completamente estranei alla storia della nostra Chiesa per intimidire il suo clero e i suoi credenti, inserendoli in liste nere“, ha avvertito Legoyda. “Più le sanzioni diventano indiscriminate, più mancano di buon senso, più lontano diventa il raggiungimento della pace, per la quale la Chiesa ortodossa russa prega con la benedizione di Sua Santità il Patriarca a ogni liturgia“, ha concluso il portavoce

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Romano di nascita ma trapiantato da sempre a Caserta, classe 1989. Appassionato di politica, sport e tecnologia