Il parlamento dovrebbe approvare le leggi che il governo deve applicare sotto il suo controllo, invece oggi la discussione verte su come togliere le garanzie dell’articolo 67 sulla libertà di comportamento dei parlamentari. Il risultato di questo taglio dei parlamentari sarebbe definitivamente un parlamento di yes man, di soldatini del voto. Sotto tiro non è solo il parlamento ma la Costituzione e l’assetto istituzionale della nostra democrazia, faticosamente conquistata. Infatti dare un colpo alla rappresentanza, come è il taglio del 37%, vuol dire compromettere la capacità di rappresentare gli elettori e, insieme, aprire una fase di instabilità istituzionale che la destra fiuta come possibile e che traduce nella richiesta di maggioritario spinto, di pieni poteri verso l’uomo solo al comando, di presidente eletto direttamente, quindi capo di una maggioranza, non più figura di garanzia istituzionale e tra i poteri.

Se il parlamento prende un colpo ulteriore e diventa il parafulmine di tutte le insoddisfazioni, non solo non troverà soluzione il malessere di tanti cittadini ma si rischia seriamente di aprire una fase di ulteriori modifiche della Costituzione, il cui impianto rischia di essere messo in discussione. Il dibattito sul taglio del parlamento viene condotto con supponenza da chi dà per scontato l’esito del referendum. Vedremo. Anche nel 2016 il No veniva dato al 20% e sappiamo com’è finita. Certo ogni volta la situazione è diversa, ma oggi è in gioco l’esigenza di arrestare una deriva demagogica e populista che si è concentrata sul taglio del parlamento. Eppure il M5s dovrebbe sapere che l’esperienza di governo con la Lega non gli ha portato fortuna.

Anzi ha perso più della metà dei voti a favore dell’alleato. La destra è pronta a beneficiare ulteriormente di questa fase e il taglio dei parlamentari porterebbe ancora acqua al suo mulino, con buona pace del M5s. Non si deve dimenticare che fu Berlusconi a proporre di fare votare solo i capigruppo in parlamento, confermando una concezione ben povera del ruolo del parlamento, del resto confermato dal voto che Ruby era la nipote di Mubarak. Perché mai si dovrebbe oggi portare acqua alla destra colpendo seriamente il ruolo del parlamento? Non contano le buone intenzioni, peseranno i fatti, come il taglio del parlamento.