Quarantamila vittime, ma un bilancio che tragicamente col passare delle ore continua a venir ritoccato all’insù. Sono i morti per il terremoto che il 6 febbraio ha colpito il sud est della Turchia e il nord della Siria. L’agenzia per le emergenze e i disastri turca Afad, come riporta l’agenzia Anadolu, ha reso noto questa mattina che le vittime turche sono 31.643, a cui vanno aggiunte le 8.500 vittime registrate in Siria stando ai dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità.

Eppure in questo scenario da incubo arrivano ancora notizie che danno speranza. Come quella di Sibel Kaya, una donna di 40 anni estratta viva dalle macerie di Islahiye, nella provincia turca di Gaziantep, dopo 170 ore in cui è riuscita a sopravvivere alla distruzione di un edificio di 5 piani.

Un salvataggio clamoroso preceduto da un altro episodio simile, una donna di 60 anni, Erengul Onder, estratta dalle macerie nella città di Besni, nella provincia di Adiyaman, da squadre della città occidentale di Manisa.

Proprio il sindaco di Manisa, Cengiz Ergun, ha commentato su Twitter il salvataggio: “Abbiamo ricevuto la notizia di un miracolo da Besni che ci ha aiutato a placare un po’ il fuoco che brucia nei nostri cuori“, ha scritto sul social Ergun. Secondo gli esperti però, a questo punto le probabilità di trovare ancora persone vive sotto le macerie sono “ora molto, molto ristrette“.

Un terzo uomo, il 35enne Bunyamin Idaci, è stato invece estratto vivo dopo avere passato 177 ore sotto le macerie di uno dei palazzi crollati per il terremoto ad Adiyaman, una delle città più colpite dal sisma in Turchia e Siria. A renderlo noto è l’agenzia turca Anadolu.

I costruttori arrestati

Ma il terremoto che ha così duramente colpito la Turchia ha provocato anche i primi arresti. Oltre 100 centro mandati d’arresto sono stati emessi a partire da sabato sera per accuse legate alla costruzione degli edifici distrutti dal violento sisma. Arresti che riguardano in particolare costruttori, ingegneri, architetti e altri lavoratori edili accusati di aver contribuito con la loro negligenza alla costruzione di edifici non rispettosi delle regole antisismiche.

Da giorni in Turchia, ma anche sui media occidentali che si stanno occupando del grave terremoto terremoto che ha distrutto il sud est del Paese, si discute degli abusi edilizi e dello sviluppo edilizio incontrollato che ha contribuito alle migliaia di morti. Sviluppo incontrollato favorito dal presidente Recep Tayyip Erdogan, come accusano le opposizioni, per  trainare la crescita economica del Paese.

Nel mirino in particolare i numerosi condoni promossi dal governo di Erdogan, che di fatto sono stati un incentivi all’abusivismo edilizio. Opposizioni che inoltre hanno contestato al presidente turco di un uso inadeguato dei fondi che erano stati stanziati dopo un grave terremoto avvenuto nel 1999 nel Paese: soldi che dovevano servire alla ricostruzione e all’adeguamento delle vecchie norme antisismiche in vigore nel Paese, ma che secondo i partiti di opposizione sarebbero stati utilizzati per altre opere pubbliche, in particolare le autostrade.

Redazione

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