Una catastrofe immane. Migliaia i morti, altrettante le case crollate. A fuoco i gasdotti, enormi danni al patrimonio culturale. Un terremoto devastante, quasi ottavo grado della Richter. Il bilancio di ieri pomeriggio contava 1541 decessi in Turchia, 538 tra le aree siriane controllate dal governo di Damasco e quelle dell’amministrazione autonoma del Nord-Est, 390 nei territori siriani occupati dalla Turchia o controllati da milizie sunnite. In totale dunque si ha conferma di 2469 decessi.

Ma è un tragico bilancio destinato a crescere col passare delle ore. Sono 3.471 gli edifici crollati in Turchia a causa del sisma. Ad annunciarlo alla stampa è il vice presidente turco, Fuat Oktay, precisando che il bilancio dei feriti è salito a 9.733 e che ci sono state ben 145 scosse di assestamento. Secondo una stima dell’Istituto Geologico degli Stati Uniti (Usgs), i morti potrebbero essere anche 10mila. La zona colpita corrisponde alla parte centro-occidentale della frontiera Turchia-Siria, caldissima da quando nel 2011 scoppiò la guerra civile siriana. “Il maledetto confine” lo chiamano spesso i curdi, da sempre divisi tra i due paesi. Su entrambi i lati del confine, i residenti sono stati svegliati nel sonno prima dell’alba si sono precipitati fuori in una notte invernale fredda, piovosa e nevosa.

Gli edifici sono stati rasi al suolo da numerose scosse successive. Il terremoto è stato il più grande disastro registrato nel Paese dal 1939: così il presidente turco Recep Tayyip Erdogan. Il sisma è avvenuto alle 4:17 del mattino (le 2:17 ora italiana) e ha avuto il suo epicentro nei pressi di Gaziantep, città del sud est della Turchia a una cinquantina di chilometri dal confine siriano. Quasi completamente crollata la Chiesa dell’Annunciazione di Iskenderun, cattedrale cattolica risalente al 19esimo secolo. Ridotto a un cumulo di macerie il castello di Gaziantep, struttura di epoca romana costruita nel terzo secolo, patrimonio mondiale dell’Unesco.

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Esperto di Medio Oriente e Islam segue da un quarto di secolo la politica estera italiana e in particolare tutte le vicende riguardanti il Medio Oriente.