Niente super Green pass per entrare in Campidoglio: basterà la mascherina Ffp2 e il certificato verde base, cioè quello che si ottiene con l’esito negativo di un tampone Covid-19. Vince così la linea dell’opposizione – Movimento 5 Stelle e Fratelli d’Italia – che boccia la proposta del Pd, del resto della maggioranza di centrosinistra e della lista civica Calenda. Adesso per sedere tra gli scranni del Consiglio sarà necessario fare un tampone giornaliero, al prezzo calmierato di 15 euro, per entrare in Campidoglio. Nella speranza che non saltino fuori troppi positivi al Covid.

Il voto sulla possibilità di far entrare in Campidoglio anche chi non è munito di super green pass ha alimentato la polemica politica. I dem non nascondono l’amarezza: “Sono bastati sei grillini per costringere gli altri 42 consiglieri a rinunciare al Super Green Pass. Probabilmente c’è qualcuno che tra loro ha dei problemi”, ha commentato un esponente del Pd. Ma il pentastellato Paolo Ferrara ha risposto alle illazioni: “Il direttore dell’Ufficio di presidenza del consiglio comunale ha spiegato che non si poteva andare oltre la norma nazionale. Quindi tamponi per tutti”. Ma non la pensa in questo modo Valeria Baglio, capogruppo del Pd in Aula, che respinge ai 5 Stelle le accuse di “tentare una provocazione politica”. La maggioranza, sostiene Baglio, ha avanzato la richiesta del super green pass per alzare il livello di sicurezza. “E invece finirà per fare il tampone anche chi si è già fatto somministrare la terza dose”, sibila la capogruppo piddina.

A spingere la maggioranza dell’Aula a proporre misure più stringenti per limitare la diffusione del coronavirus, ci sono stati i precedenti degli scorsi mesi. Innanzitutto, un piccolo cluster scoppiato lo scorso dicembre, quando la presidente dell’Aula Svetlana Celli e altri due consiglieri sono risultati positivi al Covid; poi, la polemica nata per la presenza di no vax tra i Cinque Stelle, alimentata dalla foto dell’ex sindaca di Roma Virginia Raggi ‘pizzicata’ in fila davanti a una farmacia di Monte Mario in attesa di fare un tampone. L’ex prima cittadina della Capitale ha spiegato in più occasioni di non essersi vaccinata contro il Covid-19 perché il suo medico glielo ha sconsigliato. Raggi è stata contagiata ed è guarita dal Covid-19 a novembre 2020. “Non sono una No vax, mi attengo alla legge, ho ancora gli anticorpi molto alti”, ha affermato in più riprese. Peccato che per legge l’immunità derivata dalla malattia sia valida solo sei mesi, e non più di 12, come nel suo caso.

 

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