Gli atti sono stati secretati
Inchiesta Salerno, il sindaco Napoli è solo indagato ma i 5 Stelle sono spietati: “Deve dimettersi”
Dalle undici del mattino alle sei del pomeriggio. Un interrogatorio fiume, quello di Fiorenzo Zoccola, l’imprenditore a capo di alcune delle coop sociali finite nel mirino degli inquirenti nell’ambito dell’inchiesta salernitana sugli affidamenti di servizi pubblici nel Comune di Salerno. Gli atti sono stati secretati, sul contenuto del lungo interrogatorio vige il massimo riserbo. Zoccola, difeso dall’avvocato Michele Sarno, è considerato dai pm uno dei personaggi chiave dell’inchiesta, la pedina principale del presunto sistema di potere capace, attraverso scambi di favori, di ottenere appalti e proroghe da esponenti della pubblica amministrazione e della politica locale.
Ieri, infatti, l’inchiesta su coop e appalti è approdata a un nuovo step con gli interrogatori di garanzia e la parola agli indagati. L’ingegner Luca Caselli, dirigente del Comune di Salerno, assistito dall’avvocato Cecchino Cacciatore, si è avvalso per il momento della facoltà di non rispondere esercitando un diritto più che legittimo in questa fase dell’inchiesta, mentre gli altri indagati raggiunti da misura cautelare (il consigliere regionale Nino Savastano e i sette presidenti di cooperative sociali assistiti, tra gli altri, dagli avvocati Cacciatore e Tedesco) hanno ottenuto il rinvio dell’interrogatorio alla prossima settimana a causa di problemi nella notifica e nella trasmissione degli atti. L’unico, quindi, ad aver parlato, per ora, dopo le contestazioni degli inquirenti, è Fiorenzo Zoccola. Nell’interrogatorio secretato c’è la sua verità.
Intanto non si placa l’ondata di reazioni politiche alla notizia dell’inchiesta sugli appalti per la manutenzione e la gestione del patrimonio comunale e degli arresti nell’ambito del filone di indagine che mira a chiarire il giallo dell’audio diffuso a poche ore dal voto alle Comunali del tre ottobre scorso, audio nel quale si invitavano gli operai di una coop a votare avvertendoli che il loro voto sarebbe stato controllato sezione per sezione. Il Movimento 5 Stelle continua a chiedere le dimissioni. Dopo aver invocato quelle del consigliere Savastano, ha chiesto quelle del sindaco di Salerno, Enzo Napoli, che figura nel registro degli indagati senza che nei suoi confronti sia stata né chiesta né disposta alcuna misura cautelare. Anzi, il sindaco è venuto a conoscenza dell’inchiesta e dell’accusa a suo carico, collegata a un unico episodio, attraverso le notizie diffuse dai media e riprese dai social lunedì quando sono scattati gli arresti di alcuni indagati. «Chieda scusa a tutti i salernitani onesti», ha tuonato contro di lui il deputato pentastellato Angelo Tofalo commentando le inchieste in corso a Salerno.
«Ha annunciato querele, ha parlato convintamente di fake news e invece è tutto tristemente vero. Speravamo fosse un film, una serie come Gomorra, invece è tutto pericolosamente reale. Uno scenario da brividi, terrificante e a tratti inquietante. Questo quadro – ha aggiunto il parlamentare – sta preoccupando e turbando la serenità stessa dei salernitani». In attesa del processo, che è ancora lontano visto che l’inchiesta è ancora in corso, una sentenza per certi versi sembra essere stata già emessa. «Soltanto la magistratura, alla quale auguriamo buon lavoro potrà dirci se Enzo Napoli, oggi indagato, è colpevole – ha affermato Tofalo – di aver commesso reati oppure è politicamente colpevole perché tutto accadeva sotto di lui a sua completa insaputa, ipotesi questa che a tratti ci fa rabbrividire forse anche di più». «Se ha davvero a cuore il futuro di Salerno – ha concluso – Enzo Napoli rassegni le dimissioni, ridia serenità alla nostra comunità travolta da indagini, arresti e interrogatori di rappresentanti delle istituzioni. La strada del ritorno al voto è l’unica soluzione, i tecnicismi e le tattiche che si immagina di mettere in campo solo la toppa peggiore del buco».
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