La morte di due giovanissime ragazze è un dolore immenso. La vita scorrerà ma sarà come morire ogni giorno nel ricordo di Gaia e Camilla. Ecco io credo che per i genitori, per gli amici cari questo è il sentimento del giorno dopo e dei giorni a venire. Alle due vite spezzate si aggiunge una terza vita appesa ad un filo. La vita di colui che era alla guida dell’auto. La vita di un altro giovane che il destino baro ha voluto quella sera, in quell’ora e in quel posto. Inizierà un procedimento e un processo per stabilire la dinamica dell’incidente e le colpe. Tutto questo creerà altro dolore. Un processo che dovrà rendere giustizia alle vittime e ai loro familiari e che dovrà lasciare fuori dalle aule di giustizia la rabbia, il rancore e la professione dei genitori dei protagonisti.

Il vuoto lasciato dalle giovani ragazze dovrà convivere con la realtà processuale. Comprendo che sarà difficile far convivere una perdita cosi grande con le logiche giuridiche e con la ricostruzione di quella terribile sera ma, inevitabilmente, tutti questi sentimenti contrastanti tra loro dovranno convivere. Dolore e verità dovranno convivere con una serie di fredde analisi che sembreranno analisi impietose, irrispettose del dolore immenso che si prova ma nessuno si potrà sottrarre alla legge e al rispetto di essa.

Corso di Francia, luogo della tragedia, è una strada di Roma grandissima, enorme, un’autostrada dentro il Centro di Roma, priva di adeguata illuminazione e di strisce pedonali visibile, come in tutta Roma ma questa è altra storia. Dalle prime ricostruzione siamo di fronte ad un conducente che guidava in stato di ebbrezza, ad alta velocità con semaforo verde. Gaia e Camilla, dalla ricostruzione dei fatti, stavano attraversando la strada con semaforo rosso per i pedoni, al buio e non sulle strisce pedonali. Ai pedoni che camminano sulla strada è richiesta la stessa attenzione e la stessa diligenza imposte ad automobilisti e a motociclisti, perché la sicurezza stradale è frutto del rispetto collettivo delle norme. È un discorso che interessa non solo la disciplina del traffico, ma anche l’incolumità fisica di tutti gli utenti della strada.

Tra questi, quella dei pedoni è la fascia di utenti considerata più debole e quindi oggetto di una particolare attenzione volta a salvaguardarla. Questo però non significa che chi cammina a piedi non debba rispettare delle regole che contribuiscono alla propria sicurezza e a quella di chi circola con un veicolo o con un motoveicolo. Il Codice della Strada prevede regole chiare da rispettare per i pedoni. Camminare su una strada pubblica significa esserne un utente a tutti gli effetti e come tale si è sottoposti a norme e a sanzioni per i trasgressori. Come guidare in stato di ebbrezza e ad alta velocità è gravissimo e chi lo fa se ne assume le gravi conseguenze, Come è giusto che sia e come la legge prevede.
Il dolore e la rabbia dovranno fare i conti con la realtà processuale e comprendere che un complesso di situazioni hanno concorso a rendere mortale l’incidente: la velocità, l’assunzione di alcol, ma anche l’imprudenza delle due vittime e la colposa insufficienza dell’illuminazione pubblica.

Nulla riporterò Gaia e Camilla in vita ma la ricostruzione dei fatti dovrà avvenire nel rispetto della legge e sarò, come sempre, un misto di ragione e anche di sentimento.