«È la solita storia italiana: un pasticcio politico-giudiziario sulla pelle dei lavoratori». Marco Bentivogli, Segretario generale Fim-Cisl, dopo l’annuncio di ArcelorMittal di mandare in cassa integrazione 3.500 lavoratori non nasconde la sua rabbia. L’iniziativa è successiva alla decisione del tribunale di Taranto di rigettare la richiesta di proroga presentata dai commissari dell’Ilva sull’uso dell’Altoforno 2, sequestrato a più riprese dopo l’incidente mortale occorso all’operaio Alessandro Morricella nel 2015. «Questa non ci voleva. In poco tempo i cassintegrati totali dell’Ilva sono diventati più di 5300, tutti privi di un vero piano industriale che metta insieme lavoro e ambiente. La colpa è anche della passività dei commissari straordinari che in questi anni non hanno messo in sicurezza l’Altoforno 2. Per questo ritengo che la decisione del giudice sia formalmente corretta».

Cosa sta succedendo a Taranto?
È una storia assurda, con la politica e la magistratura protagoniste, e tutta a danno dei lavoratori. C’è stato un flipper giudiziario sull’asse Milano-Taranto che vedeva una procura favorevole alla proroga e un’altra contraria, una procura che mette sotto inchiesta l’azienda se apre l’Altoforno e un’altra che interviene se invece viene chiuso. Non ha aiutato il presidente di regione Michele Emiliano che ha cambiato idea in continuazione. Oggi ArcelorMittal ha un alibi in più per dire che in Italia non si può lavorare e forzare la mano con il governo».

Appunto, il governo?
L’esecutivo è confuso e diviso, c’è chi sogna la nazionalizzazione dell’Ilva con qualche privato dentro, e sarebbe un disastro, e chi vuole realizzare l’accordo del settembre 2018 con ArcelorMittal, l’opzione più ragionevole. Al tempo prevedemmo zero esuberi e il risanamento ambientale per ridurre gli effetti inquinanti sul territorio. Noi chiediamo al governo di essere garante di questo accordo. Altro che nazionalizzazioni e capitani coraggiosi “de noantri” che fanno affari coi soldi dei contribuenti. Io non ho nostalgia dell’Ilva pubblica, una storia di inquinamento e tangenti. ArcelorMittal non ha colpe sugli errori compiuti nei 55 anni di vita dell’impianto, ma solo dal 1 gennaio 2019. Una multinazionale che investa e stia nel mercato globale ci vuole per forza. E poi, qualcuno ha alternative vere da proporre?

Quali proposte per rilanciare l’Ilva?
Dobbiamo crederci, il mercato dell’acciaio è tutt’altro che finito, ma bisogna fare un nuovo piano industriale. Dobbiamo automatizzare anche gli altri Altoforni per evitare nuove tragedie (caso Morricella, ndr) e fare le bonifiche ambientali. Potremmo produrre grandi quantità di preridotto direttamente a Taranto, continuando a usare il gas. Si parla di forni elettrici ed ibridi ma non si sa con quali soldi, tecnologie e impatto ambientale.