In Campania il Covid avanza e torna a fare paura. Lo spettro della variante Omicron, di nuove, possibili chiusure e di restrizioni in vista delle festività natalizie, da vivere con assoluta prudenza, è dietro l’angolo. Nella nostra regione si registrano oltre mille nuovi positivi ogni giorno e il governatore Vincenzo De Luca è tornato ad alzare la voce, ricordando che l’obbligo di indossare la mascherina qui non è mai stato abolito e dicendosi assolutamente contrario a qualsiasi iniziativa in piazza per i festeggiamenti del Capodanno.

Dello stesso parere anche il professore Paolo Ascierto, direttore dell’Unità di Melanoma, Immunoterapia Oncologica e Terapie Innovative dell’Istituto Nazionale Tumori IRCCS Fondazione Giovanni Pascale: «La situazione è critica ed è importante mantenere alta l’attenzione». Sulla nuova variante, però, tranquillizza: «C’è da dire che è più contagiosa ma meno letale». I No Vax? «Non capisco perché gli permettano di parlare pubblicamente in Tv». Dopo l’Aifa e l’Oms, Ascierto nei giorni scorsi ha incassato il “disco verde” dell’agenzia europea del farmaco per il trattamento dei casi di Covid grave con il Tocilizumab. Un’intuizione avuta a inizio pandemia che è in grado di ridurre del 13% il rischio di morte nel giro del primo mese.

Professore, come valuta l’impatto di questa quarta ondata di Coronavirus su Napoli e la Campania?
«Purtroppo i dati non sono rincuoranti, siamo arrivati a più di 1000 casi positivi al giorno ed il report Altems (Alta scuola di economia e management dei sistemi sanitari dell’Università Cattolica) annovera la Campania al quinto posto in Italia per il rischio Covid, sulla base di alcuni dati tra cui l’incidenza dell’infezione, lo stress sulle terapie intensive, la mortalità, la proporzione di soggetti vaccinati e i nuovi positivi».

In vista delle festività natalizie cosa si sente di consigliare ai cittadini? È d’accordo sull’evitare di fare feste in piazza?
«Assolutamente sì. Ritengo che ci troviamo ancora in una fase critica. Ora più che mai c’è bisogno di tenere alta la nostra attenzione, mascherine, distanziamento, meccanismi di protezione individuali, dobbiamo rimettere in pratica tutte le buone norme che ormai ci accompagnano da due anni, vivendo il Natale ma con le opportune precauzioni».

L’Ema ha dato il via libera per vaccinare anche i bambini. Molte regioni sono già pronte per iniziare le somministrazioni. Cosa si sente di dire ai genitori indecisi?
«Quello che mi sento e che dico quotidianamente è che se ora siamo a meno di 100 morti al giorno per Covid-19, lo dobbiamo ai vaccini e quindi alla ricerca scientifica. La stessa ricerca che ha permesso l’identificazione di vaccini sicuri, al momento, per la fascia under 12. In questa fascia d’età vediamo aumentare in maniera esponenziale il numero di contagi, aggravando uno scenario già di per sé complesso, sia perché veicoli di infezione per i soggetti più fragili, sia perché anche loro possono sviluppare sequele che possono diventare croniche».

La sua intuizione sul Tocilizumab è stata riconosciuta anche dell’Ema, come è nata l’idea di sperimentare il farmaco anti-artrite per combattere il virus?
«Il tocilizumab è un anticorpo monoclonale IgG1 che agisce bloccando il recettore dell’Interleuchina 6, una citochina particolarmente espressa durante l’iperattivazione del sistema immunitario. Questo farmaco, approvato in Italia per l’artrite reumatoide, viene comunemente utilizzato da noi oncologi nel trattamento degli effetti collaterali degli anticorpi bispecifici (come ad esempio le CAR-T, utilizzate nel trattamento di alcuni tumori ematologici), che possono determinare la cosiddetta Cytokine release syndrome (CRS). Per fortuna l’intuizione è stata giusta e il farmaco è stato quindi inserito, sulla base dei risultati di numerosi studi clinici, nell’elenco dei medicinali che curano l’infezione da Sars-CoV-2. Il tocilizumab è in grado di ridurre del 13% il rischio di morte a un mese. Come detto non è un farmaco che purtroppo riesce a risolvere tutti i casi di polmonite complicata severa da covid-19 ma con la riduzione di morte del 13% è un qualcosina che ci aiuta in questo momento della pandemia».

Perché in Italia si dà così tanto spazio, anche nelle televisioni, ai No Vax? Compreso ai medici?
«Questa è una domanda a cui sinceramente ho difficoltà a rispondere, avendo di base difficoltà a capire io stesso il motivo».

Professore, chi fa la terza dose del vaccino quante probabilità in meno avrà di contagiarsi con la variante Omicron?
«C’è stata una grande concentrazione mediatica dietro questa nuova variante, il che personalmente può solo farci bene, permettendoci di aumentare l’attenzione e quindi di mettere nuovamente in atto tutti i meccanismi di protezione che, ormai, conosciamo bene. Tuttavia stanno emergendo dati rincuoranti sulla reale gravità di questa nuova variante, sembrerebbe infatti essere più contagiosa, ma meno letale».

Secondo lei tra quanto potremo dire di esserci finalmente lasciati alle spalle la pandemia?
«Questa è una previsione che credo nessuno possa fare. Al momento stiamo attraversando la quarta ondata, che tuttavia ben si discosta dall’ondata dell’anno scorso. Infatti la maggior parte dei soggetti positivi sono asintomatici o paucisintomatici e solo raramente richiedono l’ospedalizzazione, ovviamente tra i soggetti vaccinati. Invece le terapie intensive sono piene di soggetti non vaccinati. Un motivo in più per lanciare l’invito a vaccinarsi».

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Giornalista napoletana, classe 1992. Vive tra Napoli e Roma, si occupa di politica e giustizia con lo sguardo di chi crede che il garantismo sia il principio principe.