“Finalmente anche la Champions e l’Europa League si fermano. Era una situazione inaccettabile, partite con 50 mila spettatori mentre ci sono Paesi che soffrono, famiglie richiuse in casa, aziende che perdono soldi per la serrata forzata. Ma lo sport si è mosso tardi”. Patrizio Oliva conquistava l’oro nei superleggeri alle Olimpiadi di Mosca 40 anni fa, tra la Guerra Fredda e l’Italia scossa dalla Strage di Bologna. Una carriera di successi tra ring, imprenditoria, teatro, da qualche anno accoglie ragazzi di famiglie disagiate nella palestra dell’Associazione Milleculure che gestisce assieme a un altro fenomeno dello sport napoletano, Diego Occhiuzzi, plurimedagliato olimpico nella scherma. La furia del Covid-19 colpisce anche lui, costretto a casa, con palestre, piscine, centri di allenamenti chiusi per evitare la diffusione del contagio.
Il Covid 19 ha travolto lo sport.
“Molte federazioni hanno sbagliato, tipo quella del pugilato, che tuttora tiene in piedi gli incontri di qualificazione per i Giochi di Tokyo. Ma il messaggio da almeno dieci giorni è chiaro: restare a casa, tutti, stop agli eventi sportivi. Messaggio caduto a lungo nel vuoto”.
Che cosa pensa dello scontro sullo stop al campionato tra ministro dello Sport e la Lega di A?
“Un balletto vergognoso. Il calcio ormai non è più uno sport, è divenuto un ramo della finanza. Contano solo i soldi, basta osservare i genitori che per i propri figli desiderano un futuro da calciatori che guadagnano bene. Ormai la gente è considerata per quello che percepisce, non per il percorso che si compie per arrivare al vertice. La sospensione prima della Serie A, poi delle coppe europee è arrivata al termine di scenette disgustose, tra presidenti sconsiderati, attenti solo al portafogli, agli incassi per i diritti televisivi e il governo che non è stato subito incisivo a chiudere tutto. Eppure siamo stati i primi in Europa ad affontare il virus. Positivo è stato invece l’intervento del Coni per la sospensione dei campionati. Poi alcuni dirigenti si sono resi conto che la corda era ormai troppo tesa. In Italia e in Europa siamo un pagliaio: una sola scintilla può far incendiare tutto. Quindi, a casa”.
Lei 40 anni fa si è consacrato ai Giochi di Mosca. Se il virus non si fermasse, c’è il rischio di rinviare le Olimpiadi giapponesi.
“Lo sport deve seguire le indicazioni della medicina. E quindi, se c’è il rischio di dare seguito alla pandemia, soprattutto tenendo conto che in Giappone arrivano delegazioni da tutto il mondo, da Paesi che rispetto all’Italia in ritardo stanno affrontando la furia del Coronavirus. Se si deve rinviare, lo si fa, anche di un paio di anni, lo sport non muore mica. Dobbiamo fare un passo indietro e pensare alla tutela della salute”.
L’ipotesi dei Giochi a porte chiuse?
“Non scherziamo. Sarebbe solo un modo di tutelare le esigenze degli sponsor che hanno investito sulla manifestazione, ma al tempo stesso la nemesi di cosa è lo sport, di cosa rappresentano le Olimpiadi, il punto più alto nella carriera di uno sportivo. Senza contare poi che ci sarebbero lo stesso possibilità per gli atleti di infettarsi reciprocamente. Spero davvero che l’ipotesi cada così come è stata formulata”.
Qualche consiglio per tenersi in forma durante la quarantena?
“Esercizi a casa, si cerchi in rete qualche video oppure i consigli per allenamenti tra le mura domestiche. Buona volontà, sacrificio e attenzione all’alimentazione, tenendo conto che lo sforzo fisico è diminuito. E pochi zuccheri, mi raccomando”.
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