Giornate intense, per Roma. Giorgia Meloni rivendica il successo del funerale per il Papa – con una lunga intervista al Corriere della Sera – e tiene a precisare che «non erano, quelle delle esequie, l’occasione per riunioni particolari». Ma ieri è stata, per la premier, la giornata del lungo bilaterale con il presidente turco, Recep Tayyip Erdoğan. E nella conferenza stampa conclusiva, la premier ha colto l’occasione per ribadire il sostegno all’Ucraina e al suo presidente Volodymir Zelensky: «Abbiamo appreso la notizia di una nuova dichiarazione unilaterale da parte della Russia di una tregua di tre giorni, limitata ai giorni di celebrazione della vittoria nella Seconda Guerra Mondiale.

Ne prendiamo atto, ma è ben lontano da quello che davvero servirebbe. Ci auguriamo che la Russia dimostri la sua volontà di perseguire la pace, come ha saputo fare l’Ucraina», ha detto davanti a Erdogan. La visita di Erdoğan e il bilaterale con Meloni, tenutosi a Villa Pamphili, ha fatto il punto su due temi cari alla premier, il traffico di migranti («Con la Turchia abbiamo dimostrato l’efficacia degli accordi che ha arrestato il traffico di esseri umani», ha detto Meloni) e la guerra commerciale. Senza dimenticare gli investimenti sulle nuove tecnologie, l’IA, i materiali rari e la transizione energetica. Ma il vertice italo-turco si è occupato da vicino della cooperazione strategica per la sicurezza, riprendendo il filo dell’intesa tra Ue, Uk, Canada e appunto Turchia di cui si era iniziato a parlare due mesi fa. Del dossier si occupa da vicino la sottosegretaria alla Difesa, Isabella Rauti. Su delega del ministro Guido Crosetto, ieri assente, è stata lei a incontrare il ministro della Difesa turco. Tra i principali dossier già trattati nei quattro precedenti incontri bilaterali tra i Ministri della Difesa italiano e l’omologo Turco, ritornano in evidenza – ha dichiarato Rauti – quelli sulla «sicurezza regionale e sul ruolo di Italia e Turchia per la stabilizzazione del Mediterraneo allargato e dell’intero quadrante dei Balcani, dove si rende necessaria una postura equilibrata sia con le autorità serbe che con quelle kosovare.

La Difesa italiana guarda alla Turchia come un partner chiave per i processi di normalizzazione delle aree di crisi di comune interesse». Partner Nato, la Turchia ha un esercito composto da ben 350.000 effettivi. Le aree di crisi vedono la Turchia in prima fila in Libia, Medio Oriente con particolare focus in Siria, nel Corno d’Africa e più in generale nell’intero continente africano. Sullo sfondo, una partnership dal volume d’affare impressionante: «l’importanza della scelta di Baykar technologies di acquisire Piaggio Aerospace e di far nascere insieme a Leonardo un’alleanza italo-turca per lo sviluppo, la produzione e la manutenzione di sistemi aerei senza pilota. Un accordo significativo che prevede la nascita di una joint venture, con sede in Italia», annuncia la sottosegretaria Rauti. Baykar Aviation investirà oltre 40 milioni di euro per stabilizzare e rilanciare Piaggio Aerospace, con l’obiettivo di ringiovanire il marchio e fornire capacità produttiva modernizzata di Uas. Il piano industriale prevede anche l’aumento del numero di dipendenti per rispondere alle esigenze dell’aviazione civile e della manutenzione dei motori.

Ma l’impegno è ad ampio spettro: «L’Italia è il primo partner commerciale della Turchia nell’area del Mediterraneo, il secondo in Europa, con un interscambio cresciuto negli ultimi anni in modo considerevole passando da 26 miliardi nel 2023 al record di oltre 32 miliardi di dollari nel 2024, dinamica nella quale tra l’altro le esportazioni italiane hanno avuto un ruolo decisivo registrando nell’ultimo anno un aumento di oltre il 28% – ha sottolineato Meloni -. I nostri tessuti produttivi e industriali sono caratterizzati da un tasso di complementarità che è molto alto. In Turchia operano oltre 400 imprese italiane. È un quadro molto positivo, che ci ha fatto superare con ben 5 anni di anticipo l’obiettivo di un interscambio pari a 30 miliardi di dollari che aveva fissato l’ultimo vertice intergovernativo e che ci porta oggi ad alzare ulteriormente l’asticella, per cui abbiamo deciso di fissare un nuovo obiettivo e cioè di arrivare nel medio periodo a un interscambio che raggiunga i 40 miliardi di dollari», ha proseguito la premier, ricordando anche che «Italia e Turchia condividono la responsabilità di organizzare insieme gli Europei di calcio nel 2032, una grande sfida per entrambi i nostri Paesi».

Erdoğan, dal canto suo, ha confermato la «Preziosa armonia tra noi su questioni importanti come la sicurezza del Golfo, la situazione in Medio Oriente, la stabilità dell’Europa e la salvaguardia del legame transatlantico. Direi che, oltre ai nostri rapporti storicamente forti con l’Italia, l’approccio coraggioso e determinato della signora Meloni a molte questioni ha un impatto importante». Dopo l’incontro con il governo, il presidente turco ha tenuto ad essere ricevuto in Vaticano, dove si è intrattenuto per un’ora con il segretario di Stato, il cardinale Pietro Parolin, e poi ha raggiunto il Quirinale per un colloquio con il Presidente della Repubblica, Mattarella. Al Capo dello Stato era giunto l’appello delle opposizioni affinché chiedesse conto al presidente turco della situazione politica ad Istanbul dove il sindaco della città, Ekrem İmamoğlu, sfidante politico di Erdoğan, si trova in carcere da cinque settimane per quello che gli oppositori definiscono «un vero e proprio colpo di Stato».

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Ph.D. in Dottrine politiche, ha iniziato a scrivere per il Riformista nel 2003. Scrive di attualità e politica con interviste e inchieste.