L'intervista al sindaco di Bacoli
Josi Della Ragione: “Il bradisismo ha reso unici i Campi Flegrei, no a evacuazioni ma gestioni locali più efficaci”

Rischio bradisismo nell’area flegrea, parla il sindaco di Bacoli Josi Della Ragione.
L’area flegrea sta vivendo un periodo di intensa attività sismica legata al bradisismo. Al sindaco di Bacoli Josi Della Ragione chiediamo innanzitutto qual è il quadro generale della situazione e quali misure si stanno adottando per garantire la sicurezza del territorio?
«Negli ultimi due anni abbiamo assistito a una ripresa significativa del fenomeno, che ha generato preoccupazione tra i cittadini. Questo ha portato generazioni diverse a confrontarsi con una manifestazione che per alcuni era nota dagli anni ’70-’80, mentre per i più giovani è una novità. La paura iniziale ha lasciato spazio a una maggiore consapevolezza. Oggi, grazie a un’intensa campagna di informazione, il bradisismo viene percepito in modo più razionale: se prima una scossa di magnitudo 2.1-2.2 generava panico, ora la popolazione è più preparata. Tuttavia, gli ultimi giorni sono stati particolarmente critici: l’attuale sciame sismico è il più intenso degli ultimi 40 anni, non tanto per la magnitudo delle singole scosse, ma per la loro frequenza».
Come stanno collaborando i comuni flegrei per affrontare il fenomeno in modo coordinato?
«Bacoli, Pozzuoli e Napoli hanno attivato centri operativi comunali strutturati, in dialogo costante con la Prefettura e la Protezione Civile. Ogni scossa viene monitorata e analizzata, e le decisioni vengono prese in modo tempestivo. Abbiamo aggiornato i piani di protezione civile, che in passato prevedevano solo un protocollo per il rischio vulcanico. Ora abbiamo un piano specifico per il rischio bradisismico, che non implica evacuazioni totali, ma piuttosto una gestione locale più efficace. Attualmente, tra Bacoli, Pozzuoli e Napoli, sono attivi centri di prima accoglienza per circa 150 persone che preferiscono non dormire in casa. Tuttavia, molti altri scelgono di restare in auto, il che indica che c’è ancora tanto da fare per aumentare il senso di sicurezza».
Il governo ha stanziato fondi per la sicurezza dell’area flegrea. Quali sono i progetti più rilevanti?
«Sono stati stanziati 500 milioni di euro per la messa in sicurezza degli edifici pubblici, un primo passo ancora insufficiente. Le priorità sono tre: mettere in sicurezza scuole ed edifici pubblici, proteggere i costoni rocciosi a rischio frane in caso di sisma, e rafforzare infrastrutture e viabilità, fondamentali per la gestione delle emergenze. La vera sfida è l’attuazione: i cantieri devono partire subito affinché i cittadini possano vedere i benefici concreti».
Il bradisismo può avere un impatto negativo sul turismo dell’area flegrea?
«In realtà il bradisismo ha reso unici i Campi Flegrei. È grazie a questo fenomeno che oggi abbiamo meraviglie come il Parco Archeologico Sommerso di Baia, dove intere città romane sono rimaste preservate sott’acqua. Negli ultimi anni abbiamo assistito a una crescita esponenziale del turismo, sia grazie all’effetto Napoli che grazie a un lavoro mirato di valorizzazione del nostro patrimonio storico. L’obiettivo è integrare il turismo culturale con quello balneare, garantendo un’offerta di qualità e sostenibile. Oggi le persone visitano Bacoli e Pozzuoli anche nei giorni di sciami sismici: questo dimostra che, con una gestione adeguata, il bradisismo non è percepito come un deterrente».
Il turismo può alterare l’equilibrio immobiliare. Come evitare che il boom dei B&B penalizzi i residenti?
«Per evitare squilibri, stiamo promuovendo un modello in cui le aree interne diventano hub logistici per il turismo. Zone come Giugliano e Villaricca, che hanno meno attrattive archeologiche ma maggiori spazi edificabili, possono ospitare strutture ricettive senza sovraccaricare i centri storici. Stiamo riconvertendo aree industriali dismesse, come l’ex cantiere navale di Baia, per trasformarle in spazi turistici senza compromettere il tessuto urbano. Questo permetterà di gestire meglio i flussi turistici, evitando il rischio di una saturazione del mercato immobiliare nei centri storici».
Qual è la sua visione per il futuro dell’area flegrea?
«I Campi Flegrei devono diventare un distretto turistico e culturale di eccellenza, valorizzando il patrimonio senza snaturarlo. Non possiamo permettere che il turismo di massa trasformi questa terra in un luogo qualsiasi. Dobbiamo lavorare in complementarità con Napoli, Ischia e gli altri poli turistici campani, puntando su un’offerta che unisca storia, cultura, enogastronomia e paesaggio. Inoltre, la gestione del rischio deve diventare un modello di riferimento. Dobbiamo dimostrare che è possibile convivere con il bradisismo in modo sicuro e consapevole, investendo sulla resilienza del territorio e sulla preparazione della popolazione».
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