La nuova amministrazione siriana punta su Turchia e Arabia Saudita per ricostruire lo Stato e rilanciare la propria economia. Il presidente siriano del governo ad interim Ahmed Al Sharaa (al-Jolani), dopo essere stato nominato capo del governo ha tenuto il suo primo viaggio all’estero a Riad per poi spostarsi ad Ankara, passando per la Mecca a cui ha dedicato un giorno per compiere i riti del piccolo pellegrinaggio (Umra).

L’incontro

Ieri sera il nuovo leader siriano ha incontrato uno dei principali sponsor che gli ha permesso di lanciare lo scorso dicembre l’offensiva decisiva sulle forze di Bashar al-Assad. Durante la riunione con il presidente Recep Tayyip Erdogan ha trovato sul tavolo, oltre alla cooperazione economica e la ricostruzione del Paese, anche il tema della possibile costruzione di una base aerea dove i militari di Ankara puntano ad addestrare il nuovo esercito siriano. Una notizia rivelata da media internazionali che citano fonti interne al governo di Damasco.

L’intesa

La possibilità di una collaborazione militare trova conferma nelle dichiarazioni dello stesso Erdogan e di Jolani, che nelle scorse settimane hanno più volte aperto a questa prospettiva. In base a quanto emerso, la cooperazione militare in ballo tra i due governi riguarda la costruzione di una base militare, l’utilizzo dello spazio aereo per l’aeronautica di Ankara, la fornitura di armi e l’addestramento delle truppe siriane. Queste ultime dovrebbero includere tutte le diverse fazioni che si sono opposte al regime negli anni passati, anche se rimangono interrogativi sulla eventuale presenza dei curdi di Ypg, invisi ad Ankara. Un’intesa estremamente ampia che con la visita di Sharaa ha subito un’accelerazione. La Turchia di Erdogan si è posizionata come il principale attore in grado di sostenere e guidare il nuovo governo siriano nato dalle ceneri della dinastia Assad. Oltre ad aver ospitato circa 4 milioni di profughi il governo di Ankara ha tagliato i ponti con l’ormai ex presidente Assad e sostenuto i ribelli che hanno rovesciato quest’ultimo. In una visita che è la prima del suo genere in circa 15 anni, il capo dell’amministrazione di transizione del paese, dopo la cerimonia di ricevimento ufficiale, ha discusso di diverse questioni e accordi. La questione dello status delle Forze Democratiche Siriane (SDF) nella Siria settentrionale e orientale è stato un altro dei temi al centro dei colloqui. Per questo, in contemporanea, i partiti curdi siriani a Qamishli hanno formato una delegazione unitaria per negoziare con Damasco.

Fonti curde hanno riferito che il comandante delle “Forze democratiche siriane”, Mazloum Abdi, ha tenuto un incontro con i membri del comitato preparatorio per la conferenza curda programmata nella città di Qamishli questo mese, per unificare i due poli del movimento curdo e formare una delegazione unificata per il dialogo con l’autorità di transizione di Damasco. Nasreddin Ibrahim, segretario del Partito Democratico Curdo (PDC), ha affermato che sono in corso i preparativi per tenere una conferenza curda nella città di Qamishli, nella provincia nord-orientale siriana di Hasakah, nel quadro degli sforzi americani e francesi e degli sforzi del Presidente della regione del Kurdistan iracheno, Massoud Barzani, per unificare i due poli del movimento curdo, il “Consiglio nazionale curdo”.

L’opposizione e i “partiti di unità nazionale” guidati dal “Partito dell’Unione Democratica” per formare una delegazione unificata con l’obiettivo di negoziare con l’autorità di transizione di Damasco. Il 17 del mese scorso, il comandante delle SDF, Mazloum Abdi, ha incontrato anche il leader curdo Massoud Barzani nella regione del Kurdistan iracheno, per unificare le fila curde prima di avviare un dialogo diretto con la nuova amministrazione siriana a Damasco. Nasreddin Ibrahim, membro del comitato preparatorio per la conferenza curda, ha affermato che sono pronti a continuare il dialogo curdo con il “Consiglio nazionale”.