L'imbarazzo
La retromarcia di Manfredi, la toppa peggio del buco del sindaco di Napoli: “Non so cosa significhi lo stop ai rapporti con Israele”

A meno di 24 ore dall’approvazione, all’unanimità e alla presenza del sindaco Manfredi, dell’ordine del giorno che taglia i rapporti con Israele, il sindaco di Napoli fa retromarcia. Manfredi parla a braccio a margine di una conferenza stampa e assomma dichiarazioni diverse, mettendo una toppa peggio del buco: «Non so che cosa significa per un Comune l’interruzione dei rapporti con Israele», ha detto ieri lo stesso Gaetano Manfredi che la sera prima l’aveva approvata.
Si avverte il rumore delle unghie sugli specchi: attraverso l’atto, aggiunge Manfredi, è stato «espresso un principio», ribadendo come occorra «distinguere quelle che sono le azioni del governo con quello che è il popolo israeliano. Credo che con il popolo israeliano dobbiamo mantenere sempre rapporti di relazione, di civiltà, soprattutto con quella parte del popolo israeliano che sostiene percorsi di pace e di tolleranza». Ma la durissima rescissione dei rapporti commerciali, culturali, universitari prevista, votata con plauso unanime non era rivolta alle istituzioni governative.
Manfredi poi assume che il compito del Comune di Napoli sia quello di approvare o disapprovare le scelte dei governi legittimamente eletti da altri Paesi : ribadisce che c’è una «non condivisione delle politiche che sono state messe in campo dal governo israeliano», lanciandosi poi in una evocazione ecumenica, con l’auspicio che «finalmente ci sia un percorso di pace che garantisca i diritti di tutti, salvaguardi la vita umana, il principio del diritto umanitario, che è un principio di civiltà, e che alla fine questa crisi possa essere ricomposta e si possa andare avanti verso l’idea di due popoli, due Stati, che è quella che noi seguiamo».
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