Su iniziativa di Riformismo e Libertà, si è svolta presso la Fondazione De Gasperi a Roma un convegno sul tema “Considerazione sulle conseguenze politiche dell’elezione del presidente della Repubblica”. Il convegno si è svolto con una relazione introduttiva di Fabrizio Cicchitto e con numerosi interventi (fra i quali Adornato, Nencini, Giachetti, Quagliariello, Calderisi, Petruccioli, Signorile, Polillo e Bobo Craxi).

Cicchitto ha rilevato che entrambi i due poli sono usciti dalla vicenda presidenziale in crisi: il centro-destra è addirittura a pezzi, il Pd che è più capace di dissimulazione con interrogativi di fondo sulle sue alleanze viste le divisioni emerse nel Movimento 5 stelle e l’incredibile ambiguità politica di Giuseppe Conte. Anche in seguito a tutte queste contraddizioni si è aperto un dibattito sulla possibilità che nasca una nuova forza garantista e riformista con apporti provenienti sia dal centro-destra che dal centro-sinistra. In questo quadro sia Gaetano Quagliariello sia Roberto Giachetti hanno sottolineato l’esigenza che un eventuale nuovo soggetto politico nasca attraverso un’aggregazione dal basso e non come sommatoria di sigle e anche di leader esistenti.

Molti hanno sollevato l’interrogativo sul fatto che sia il taglio dei parlamentari, sia, cosa ancor più rilevante, la crisi politica attraversata dal centro-destra e dal centro-sinistra richiede il ricorso alla legge proporzionale anche per recuperare una fase di libero dibattito fra le forze politiche che devono innanzitutto ricostruire pienamente la loro autonoma identità senza essere strozzate e compresse da una legge elettorale maggioritaria. Alcuni dei partecipanti (specie Polillo e Calderisi) hanno posto forti interrogativi, sia sulle difficoltà dell’economia italiana in presenza di elevati livelli di inflazione internazionale e di un debito pubblico nazionale assai elevato. Un altro interrogativo è stato avanzato sulla capacità della pubblica amministrazione, delle Regioni e degli enti locali di realizzare il Pnrr.

Qualcuno dei partecipanti ha sollevato molteplici interrogativi sul quadro internazionale. Putin è passato da un uso politico assai spregiudicato di internet ad una politica militare molto aggressiva. Rispetto a tutto ciò sono emersi interrogativi sull’attuale condizione nella quale si trova l’Occidente sia per ciò che riguarda gli Usa, sia per ciò che riguarda l’Unione Europea. Tutti i partecipanti hanno convenuto sul fatto che il quadro politico è suscettibile degli sbocchi più imprevedibili, taluno assai pericoloso, e che le forze davvero riformiste e garantiste devono aprire un laboratorio politico e culturale. Tutti i partecipanti hanno convenuto sul fatto che dal ’92-’94 in poi forze rilevanti della magistratura hanno puntato a prendere direttamente il potere politico distruggendo alcuni partiti e riducendo in condizioni di subalternità gli altri partiti o correnti che sono stati invece salvati.

Il convegno è stato unanime nel rilevare che i prossimi referendum sulla giustizia possono svolgere un ruolo assai importante anche perché essi possono contribuire a superare i limiti e le contraddizioni presenti nella riforma Cartabia. Da questo punto di vista le questioni del tutto aperte e non risolte sono costituite dalla mancata divisione delle carriere fra pm e magistratura giudicante e dal modo di elezione del Csm che escludendo il ricorso, magari indiretto, al sorteggio mantiene tutto il potere nelle mani delle correnti che a loro volta sono quasi tutte controllate da pm.