L’azienda ha detto che consentirà ai dipendenti di poter richiedere il lavoro a distanza dove è possibile. I dipendenti che desiderano tornare in ufficio possono farlo in modo flessibile, ma saranno incoraggiati a trascorrere almeno metà del loro tempo in ufficio e i dipendenti possono trascorrere fino a 20 giorni lavorativi all’anno in una località remota.
Facebook amplierà inoltre gradualmente la capacità di lavorare in remoto oltre confine, a partire dalla prossima settimana con i dipendenti che desiderano trasferirsi dagli Stati Uniti al Canada e da qualsiasi parte dell’Europa o del Medio Oriente al Regno Unito. Zuckerberg si aspetta che almeno la metà dei suoi dipendenti delle varie sedi che ha nel mondo lavoreranno da remoto entro i prossimi dieci anni.
Con più della metà degli adulti statunitensi completamente vaccinati e una più ampia riapertura dell’economia all’orizzonte, molte aziende della Silicon Valley che sono state tra le prime a passare al lavoro a distanza stanno ora cercando di capire come e quanto riaprire i propri uffici. Oltre a Facebook anche Twitter ha dato la possibilità ai suoi dipendenti di continuare a lavorare da casa, sempre se il ruolo ricoperto lo consente. Google invece ha dato un ultimatum: i dipendenti devono scegliere tra restare permanentemente a casa, tornare in ufficio o cambiare sede. La decisione deve essere presa entro settembre.
Chi invece ha adottato una politica più rigida sono Apple e Uber. Entrambi hanno richiesto ai propri dipendenti di tornare in ufficio almeno tre giorni alla settimana. Questa politica anziendale partirà da settembre.
Laureata in relazioni internazionali e politica globale al The American University of Rome nel 2018 con un master in Sistemi e tecnologie Elettroniche per la sicurezza la difesa e l'intelligence all'Università degli studi di roma "Tor Vergata". Appassionata di politica internazionale e tecnologia
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Elisabetta Panico