La Cooperativa Lazzarelle dopo 10 anni di attività nel carcere realizza il suo sogno e apre un Bistrot nel cuore del centro storico di Napoli, più precisamente nella Galleria Principe. Lazzarelle è un’impresa sociale al femminile nata nel carcere di Pozzuoli. La Galleria, in passato esposta al degrado e all’abbandono, risplende ora di nuova luce anche grazie a questo nuovo locale, nato dalla passione di un gruppo di donne coraggiose e anche con il sostegno della Fondazione Charlemagne e di UniCredit, e che aspira a diventare presto un luogo di socialità e di condivisione, tra buon cibo, il buon caffè prodotto nel laboratorio del carcere, eventi culturali, incontri e iniziative.

Il Bistrot ospita prodotti provenienti da numerose realtà carcerarie italiane, come anello di una rete solidale le cui parole chiave sono riscatto ed emancipazione femminile. Le 56 detenute coinvolte nel corso degli anni dalla Cooperativa si sono messe alla prova nella produzione e torrefazione di caffè artigianale, seguendo le antiche modalità produttive della tradizione partenopea. I chicchi, ancora verdi, forniti da una cooperativa che segue progetti di cooperazione internazionale, vengono trattati secondo un processo lento che permette una migliore maturazione del caffè e lo rende più fragrante e intenso. Il rispetto dei tempi naturali di maturazione e preparazione si accompagna all’attenzione per l’ambiente, grazie all’utilizzo di confezioni prive di alluminio, facilmente differenziabili. Ad alcune detenute viene poi data la possibilità di terminare la pena lavorando all’interno del locale. Al momento nel Bistrot lavorerà una sola detenuta, ma da settembre, sempre nel rispetto delle norme e delle restrizioni Anti- Covid, il numero salirà fino a 4.

“Se cominci a lavorare all’interno del carcere e segui un percorso di formazione al lavoro e un graduale approccio all’uscita, la recidiva cala del 90%” sottolinea Imma Carpiniello, presidentessa della Cooperativa Lazzarelle, che ricorda inoltre che l’inserimento lavorativo a fine pena, oltre a far diminuire le probabilità per le detenute di ritornare dietro le sbarre, innesca un processo virtuoso che conduce più facilmente ad un reinserimento lavorativo a pena conclusa. “Il fine rieducativo della pena – sottolinea la Direttrice del carcere di Pozzuoli Carlotta Giaquinto – dovrebbe allenare le persone che sono inciampate nella loro vita alla legalità e al lavoro, per aiutarle concretamente a tornare in sella, e l’esperienza del Bistrot Lazzarelle è un’opportunità molto importante sia dal punto di vista simbolico, come ritorno alla socialità, sia come opportunità concreta di lavorare”.

Rossella Grasso e Amedeo Junod

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