Scende in piazza. In mezzo alla folle. Con il volto coperto e una t-shirt dalla scritta: Black is a vibe. Nero è una vibrazione, un’atmosfera, un’ambiente. Nero è bello, diceva Malcolm X. Lewis Hamilton è sceso in piazza nella sua Londra e si è unito alle manifestazioni del Black Lives Matter, il movimento nato nel 2017 negli Stati Uniti, contro il razzismo e le violenze sugli afroamericani. E che sta vivendo una nuova stagione di proteste, più intense e più estese in tutto il mondo, dopo la morte di George Floyd, l’afroamericano 46enne ucciso dalla polizia lo scorso 25 maggio a Minneapolis, negli Stati Uniti.

Hamilton è il fenomeno di questi anni, il pilota più forte della Formula1, scuderia Mercedes. Sei volte campione del mondo. Ha postato la sua immagine in piazza sui social. “Sono andato a Hyde Park per dare il mio contributo alla manifestazione pacifica di protesta. Sono così orgoglioso di vedere persone di tutte le razze supportare questo movimento. Sono orgoglioso di esserci stato e della mia eredità nera. Sono stato felice di vedere così tanti sostenitori bianchi là fuori in nome dell’uguaglianza. Era davvero commovente. Sono estremamente convinto che il cambiamento arriverà, ma non possiamo fermarci ora”.

 

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Went down to Hyde Park today for the peaceful protest and I was so proud to see in person so many people of all races and backgrounds supporting this movement. I was proud to be out there acknowledging and supporting the Black Lives Matter movement, and my black heritage. I was so happy to see people of all ages, sporting Black Lives Matter signs and saying it just as passionately as I was. I was also happy to see so many white supporters out there today in the name of equality for all. It was really moving. I’m feeling extremely positive that change will come, but we cannot stop now. Keep pushing. #blacklivesmatter ✊🏾 📸 @spinzbeatsinc

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“Il vostro silenzio è ancora assordante – aveva dichiarato in precedenza Hamilton – Nel vostro silenzio potete essere persone che non sono razziste, ma abbiamo bisogno che tutti dimostrino di essere contrari al razzismo. Parlate per aiutarci a diffondere e a rendere consapevoli le persone delle ingiustizie e dei pregiudizi che i neri e le persone di colore affrontano quotidianamente, e che affrontano da centinaia di anni. Non possiamo tacere oggi. Abbiamo bisogno della vostra voce”.

Nelle scorse settimane il pilota aveva denunciato il razzismo che caratterizza anche il suo mondo, quello della Formula 1. Nella quale è l’unico pilota di colore. Hamilton aveva descritto uno spazio occupato e dominato dai bianchi. “Vedo quelli di voi che tacciono, alcuni di voi sono le stelle più luminose e ancora state zitti per le ingiustizie – aveva accusato – Non un segno da parte della mia industria, che naturalmente è uno sport dominato dai bianchi. Sono uno dei pochi di colore e pertanto sono da solo. Mi sarei aspettato diceste qualcosa, che vedeste perché certe cose succedono ma non siete in grado di sostenerci”.

L’intenzione del pilota britannico è quella di andare oltre. Hamilton lavora alla The Hamilton Commission, un progetto che coinvolga gli sport motoristici per cercare di sostenere il maggior numero di giovani di colore in materie scientifiche, tecnologiche, ingegneristiche e matematiche, abbattendo le barriere che spesso impediscono a giovani cresciuti in contesti difficili di approcciarsi all’industria del mondo delle corse.

Redazione

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