L'organizzazione eversiva che minaccia lo Stato
Loggia Ungheria, la magistratura non indaga sulla magistratura: la lezione del Conte Zio di Manzoni
La Loggia Ungheria, probabilmente, esiste. Forse fa parte della massoneria, forse no. Forse è una specie di P2. Forse è meno illegale della P2, ma più potente. Comunque, se esiste, è una organizzazione eversiva che minaccia lo Stato. Se non esiste in quanto Loggia formalizzata, come alcuni testimoni sostengono, esiste comunque come sistema di relazioni extra-istituzionali che regolano – da una vera e propria cabina di regia – il funzionamento del potere giudiziario, delle relazioni tra politica e questo potere, e anche l’avvio e l’esito di inchieste particolarmente importanti.
Tutto questo è emerso con grande chiarezza dagli smozziconi delle varie inchieste che hanno sfiorato il tema, dalle dichiarazioni di un certo numero di magistrati, dalle indagini del Pm Storari, stroncate poi e sepolte dalla Procura di Milano, da varie testimonianze capitate quasi per caso nel corso di vari processi. E’ chiaro che non siamo di fronte alla necessità di una piccola indagine, come possono essere quelle su una truffa, su una tangente, un finanziamento illecito, un furto o qualcosa del genere. Siamo di fronte alla necessità di una indagine clamorosa sull’ipotesi che la magistratura italiana sia stata governata illegalmente, a favore di pochi, a danno di moltissimi, a difesa del privilegio di casta dei magistrati.
Ora le notizie che filtrano dicono che l’inchiesta sulla Loggia Ungheria sta per concludersi con una richiesta di archiviazione. Cioè con la scelta, da parte della magistratura, di non indagare sulla magistratura. Troncare, sopire diceva, mi pare, il Conte Zio. Non è una novità . La magistratura alle volte accetta di mettere sotto accusa alcuni suoi singoli esponenti. Mai, a occhio, accetta di mettere sotto accusa un sistema. Volete qualche esempio? Così, d’acchito: indagini sul depistaggio Scarantino: svariati poliziotti sotto inchiesta, nessun magistrato. Indagini sull’affare “Montante (l’ex presidente di Confindustria Sicilia): svariati condannati, tra i quali Montante, 15 archiviati: i magistrati. Quindici, sì: quindici su quindici.
Caso Shalabayeva: due importantissimi poliziotti condannati a pene pesanti, due importantissimi magistrati (quelli che avevano dato gli ordini ai due poliziotti) neppure indiziati. Poi c’è il caso Palamara. Il quale ha raccontato di un sistema di raccomandazioni (e anche del modo nel quale si aggiustavano i vertici delle procure e dei tribunali, e le indagini e le sentenze) governato dalle correnti e dall’Anm, non ha ricevuto smentite, e però è stato liquidato con un colpo di spugna da una semplice dichiarazione del Procuratore generale della Cassazione (che era tra le persone accusate di avere brigato per fare carriera ai massimissimi livelli) il quale ha affermato che la raccomandazione non è un reato né una colpa, o , più precisamente, non è un reato né una colpa se viene fatta o ricevuta da magistrati. La dichiarazione del Procuratore è stata sufficiente ad evitare che alcune decine di Procure avviassero indagini sulle irregolarità commesse col sistema Palamara. Come avrebbero certamente fatto se la denuncia di Palamara invece di riguardare la magistratura avesse riguardato la politica.
Troncare, sopire, diceva – mi pare – il Conte Zio. Con questi precedenti possiamo ben dire che è molto difficile fidarsi della magistratura. Ha sempre dato ampia prova di non sapere essere inflessibile con se stessa. Non a caso quando il Csm stabilisce la valutazione sul lavoro dei singoli magistrati, stabilisce che il 99,8% di loro ha svolto un lavoro eccellente, sebbene ogni anno entrino in galera, come minimo, mille innocenti. Ma a prescindere dalla valutazione dei precedenti, qui c’è proprio una questione di principio. L’ipotesi dell’esistenza della Loggia Ungheria o di qualcosa di simile mette in discussione la legittimità del funzionamento di tutta la magistratura. Ma se sul banco di accusa c’è la magistratura, come può essere la magistratura ad indagare? Infatti non indaga: archivia.
Troncare, sopire, diceva – mi pare – il Conte Zio. È chiaro anche a un bambino che su una vicenda così inquietante può indagare solo il Parlamento. Che ne ha la possibilità e i mezzi. Si tratta di istituire una commissione Parlamentare di indagine, coi poteri della magistratura, come previsto dalle leggi. Fu istituita questa commissione per la vicenda analoga della P2, eppure non era neanche molto necessaria, perché sulla P2 stavano indagando eccellenti magistrati (se non ricordo male Turone e Colombo) e non c’era alcun motivo per non dare a loro piena fiducia. Perché mai non si dovrebbe fare la stessa cosa sulla Loggia Ungheria, in presenza del legittimissimo sospetto che la magistratura non abbia i mezzi né giuridici né morali per indagare? Possibile che il Parlamento faccia finta di niente? Perché fa finta di niente? Sempre perché è intimidito dalla magistratura e ad essa sottomesso? Sempre perché il suo modello è quello del Conte Zio di Manzoni?
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