I candidati alla segreteria nazionale del Pd saranno oggi tutti a Milano. Gianni Cuperlo, Stefano Bonaccini, Paola De Micheli ed Elly Schlein chiuderanno stasera insieme a Pierfrancesco Majorino, la campagna elettorale per le regionali del Partito Democratico. L’appuntamento è alle 18 al Teatro del Buratto, in via Giovanni Bovio 5 a Milano. Polemiche per la mancata chiusura elettorale a Roma, dove Alessio D’Amato parlerà da un palco nel quartiere della Garbatella ma senza i big. Majorino affila le armi: “Corro perché me lo chiedono loro”, dice al Riformista.

Chi glielo chiede, esattamente?
Chi vuole un cambio di passo dopo 28 anni di centrodestra. Chi chiede una sanità veramente prossima e l’abbattimento delle liste d’attesa. Non è tollerabile e accettabile che per alcune visite in Lombardia si debbano attendere 2 anni. Due anni per una visita in ambito neuropsichiatria infantile. Ai lombardi è chiara una regola non scritta: vuoi farti curare? Paga. Mettere mano al portafoglio nel paese che ricorda quest’anno i 45 anni dall’istituzione del Servizio Sanitario Nazionale ottenuto grazie all’opera di Tina Anselmi non è degno. Anzi è incostituzionale.

Se la prende proprio con la competenza dell’assessora Moratti?
La riforma sanitaria Moratti-Fontana è totalmente da riscrivere in accordo con tutte le professioni sanitarie e il terzo settore. Le case di comunità sino ad oggi sono state buone per tagli di nastro ma non sono quegli hub dell’assistenza sociosanitaria per i quali avevamo chiesto i fondi in Europa grazie a Next Generation EU. In ogni luogo che ho visitato ho raccolto preoccupazioni rispetto a chiusure e ridimensionamenti delle strutture ospedaliere territoriali. E ancora: il trasporto pubblico locale non è degno. Trenord è da ribaltare nella sua gestione.

La sinistra perde da sempre, in Lombardia. Perché quei temi non sono stati interpretati a dovere dal Pd?
Le spiegazioni sono tante, diciamo che certamente nel corso di questa brevissima campagna elettorale, voluta così da Fontana e soci, non ho nascosto che la stessa sinistra in questi anni ha compiuto errori. Siamo stati timidi a parlare di temi che riguardano la vita quotidiana della gente. Ho parlato di dignità del lavoro, di assistenza sociosanitaria, di vicinanza, di difesa dei diritti. Cose che hanno trovato grande accoglienza nella popolazione che ho incontrato. Sono fiducioso.

L’accordo con i Cinque Stelle segna un asse che il Pd può rinsaldare a livello nazionale?
In Lombardia abbiamo costruito un importante accordo di programma fondato sul confronto di idee. Un bel laboratorio, una piattaforma che ha permesso di costruire un percorso importante. Offriamo questa esperienza augurandoci che a livello nazionale riparta il dialogo con il terzo polo qui purtroppo interrotto per scelta e responsabilità di Calenda.

Il congresso Pd si è sovrapposto alla sua campagna elettorale.
Il partito ha lavorato unitariamente in Lombardia, ho sentito molto sostegno da tutti e quattro i candidati. Semmai il punto è che il segretario o la segretaria avremmo dovuto eleggerlo mesi fa.

Come si riconquista l’elettorato che la sinistra ha ceduto nel tempo prima alla Lega e poi a Fdi?
Parlando dei temi concreti. Di lavoro, di case popolari, di aiuto alle famiglie concreto e non a parole. Ed essendo coerenti tra principi parole e atti. Ma soprattutto rimettendo al centro la questione sociale, la necessità di grandi interventi su salari, casa, sanità per tutti.

Grandi eventi come le Olimpiadi invernali saranno un volano di sviluppo utile?
Sì, lo possono essere ma dobbiamo recuperare il tempo perso. Dovremo fare come con Expo 2015 quando nel 2011 arrivammo alla guida di Milano con Giuliano Pisapia raccogliendo le macerie di Letizia Moratti. Le Olimpiadi dovranno essere un successo. Dovremo recuperare i ritardi. Quando li evidenziavo Fontana mi diceva che ero un disfattista. Quando lo ha detto Malagò ha cambiato registro.

Matteo Salvini inizia a perdere peso, sia pure all’interno del vaso comunicante con Fdi. Inizia la parabola conclusiva della Lega?
Questo lo vedremo. Di certo non hanno da vantare grandi risultati sul piano del sostegno alle comunità lombarde.

Sulla Calabria forse c’è da registrare un fraintendimento, una scivolata. Può aiutarci a chiarire quello che ha detto? In Lombardia vivono e votano, tra l’altro, molti calabresi.
È stata un’uscita infelice, e infatti ho subito fatto un video di scusa. Ovviamente mi riferivo, ma è chiaro che mi sia uscita male, che la Regione Lombardia ha enormi mezzi e deve usarli molto meglio. E anzi il tema del rapporto con il Mezzogiorno è un tema cruciale. A prescindere dal dato elettorale. Ora fa specie che quelli che vogliono alimentare i divari tra nord e sud abbiano facciano li scandalizzati. Ma detto questo ho sbagliato.

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Ph.D. in Dottrine politiche, ha iniziato a scrivere per il Riformista nel 2003. Scrive di attualità e politica con interviste e inchieste.