Per ora quella di Letizia Moratti non sembra essere una candidatura in grado di infiammare l’elettorato. È quanto emerge da un sondaggio realizzato da IZI per Il Fatto Quotidiano a pochi mesi dal ritorno alle urne in Lombardia.

L’ormai ex assessore al Welfare e vicepresidente del governatore Attilio Fontana, passata armi e bagagli nel Terzo Polo di Carlo Calenda e Matteo Renzi, per ora non pare essere in grado di strappare consensi nell’area di centrodestra, uno degli obiettivi dietro la sua candidatura a presidente da parte del polo riformista.

Proprio Fontana e il centrodestra godono secondo il sondaggio IZI, realizzato il 21 novembre, di un distacco importante sui suoi avversari: trainato da Fratelli d’Italia, la coalizione che guida il Pirellone è data al 45,2 per cento delle preferenze.

Dietro, staccato, c’è il centrosinistra a guida Partito Democratico. Dopo aver scelto di puntare su una candidatura d’area, l’eurodeputato Pierfrancesco Majorino, scartando l’ipotesi di appoggiare la Moratti in uscita dal centrodestra, l’alleanza composta da PD, Sinistra-Verdi e +Europa è data al 29,8 per cento.

Quindi il Terzo Polo della Moratti, stimato al 13,1 per cento. Ultimi, ma non distanti proprio dalla coalizione di Azione-Italia Viva, c’è il Movimento 5 Stelle. Il sondaggio IZI stima i pentastellati di Giuseppe Conte all’11,6%, ma va segnalata una importante ‘anomalia’ sull’intenzione di voto nei confronti del Movimento: ad oggi il partito non ha ancora ufficializzato il nome del suo candidato.

L’incognita, col ritorno alle urne che dovrebbe essere fissato per febbraio-marzo 2023, è ovviamene la posizione di Letizia Moratti: su una possibile alleanza con Majorino e il centrosinistra starebbe lavorando il sindaco di Milano Beppe Sala, in quel caso la partita col centrodestra del governatore uscente Attilio Fontana potrebbe riaprirsi, visto che la legge elettorale regionale non prevede ballottaggio.

Eppure al momento l’ipotesi di una convergenza tra centrosinistra e Terzo Polo appare remota. Segnali di certo non distensivi arrivano da Carlo Calenda, che ha definito Majorino un candidato di “sinistra molto estrema“, con la scelta del Partito Democratico di presentarlo come aspirante presidente della Regione che “rende impossibile un’alleanza“.

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Romano di nascita ma trapiantato da sempre a Caserta, classe 1989. Appassionato di politica, sport e tecnologia