Giuliano Pisapia era stato corteggiato, invocato, il suo nome avanzato e ribadito più volte in questi ultimi giorni di rissoso avvicinamento alle elezioni regionali in Lombardia – giorni infuocati inaugurati dalle dimissioni dalla Regione e dalla successiva candidatura sostenuta dal Terzo Polo di Calenda e Renzi dell’ex sindaca di Milano e ministra Letizia Moratti. Niente da fare però per la sinistra nonostante i cori “Giuliano pensaci tu”: Pisapia infatti si è sfilato dalla corsa, come d’altronde prima di lui aveva fatto l’economista Carlo Cottarelli.

“Ci ho pensato seriamente ma credo che la soluzione migliore per il centrosinistra e per il civismo sia quella di cambiare schema. Di puntare sulle tante energie che ci sono sul territorio a partire dai sindaci, dagli assessori, dai consiglieri comunali, dall’associazionismo che hanno fatto, e stanno facendo, molto bene in tanti comuni lombardi”, ha detto a Il Corriere della Sera l’ex sindaco di Milano. “Nel mio impegno politico ho sempre pensato che non ci siano ‘salvatori della patria’, ma che i risultati migliori siano il frutto del lavoro unitario di una comunità. È stato così quando abbiamo vinto a Milano nel 2011. È di questo che ha disperatamente bisogno il centrosinistra nazionale e lombardo: ricostruire una comunità che sceglie democraticamente i propri candidati. Non bisogna avere paura delle primarie, le vittorie più belle le abbiamo ottenute dopo le primarie. La condizione fondamentale è che ci deve essere un programma condiviso e che tutti, ma veramente tutti, si impegnino per vincere le elezioni”.

Decisione sia personale che politica quella dell’ex sindaco. “Ho 73 anni e finirei il mandato alla soglia degli 80. Meglio lasciare spazio alle nuove generazioni. Ma siccome credo davvero che questo patrimonio esista e vada valorizzato per tornare a dare un senso vero alla buona politica, mi impegnerò con tutte le mie forze per aiutare il candidato di centrosinistra”.

Pisapia stronca la candidatura di Moratti, definisce l’operazione del Terzo Polo “legittima ma anche spregiudicata” e sentenzia con qualche domanda retorica: “Parla di Moratti candidata dalla destra al Quirinale al posto di Mattarella? O di quella che, come si è letto sui giornali, fino a pochi giorni fa trattava un posto da ministra nel governo Meloni e lamentava pubblicamente la mancata conferma della promessa, vera o non vera, di essere la candidata del centrodestra alle prossime Regionali?”.

E infatti l’ex sindaco di Milano non condivide le aperture di alcuni dem a Moratti, “perché si sa che tra la copia e l’originale si sceglie sempre l’originale“, e invita il centrosinistra ad “aprirsi, far entrare aria fresca, dare spazio a facce nuove, rifiutare la logica degli influencer, per cui ‘chi più appare più vale'”.

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Giornalista professionista. Ha frequentato studiato e si è laureato in lingue. Ha frequentato la Scuola di Giornalismo di Napoli del Suor Orsola Benincasa. Ha collaborato con l’agenzia di stampa AdnKronos. Ha scritto di sport, cultura, spettacoli.