I dubbi del Pd sulla candidatura di Letizia Moratti in Lombardia (alla carica di governatore) sono molto comprensibili. Letizia Moratti è stata un esponente importante del centrodestra per molti anni e ha riscoperto diversi incarichi politici di grande visibilità e responsabilità. Dunque, è ovvio, può essere complicato allearsi con lei per sconfiggere la destra senza entrare in contraddizione con la propria storia e con la storia della Moratti. Il problema però non si risolve col manuale della coerenza ma col manuale della politica. Ricordo che Berlusconi, quando irruppe, da destra, nella politica italiana, portò con sé molti esponenti del Pci , del Psi e anche della sinistra più radicale.

Arruolò persino uno dei principali filosofi marxisti viventi in quegli anni. Penso a Lucio Colletti. Non pagò alcun prezzo. Ma Berlusconi era molto forte in quella fase. Ora la questione politica per il Pd – che invece in questa fase è molto debole – è questa. Primo scenario: candida la Moratti, estende al centro e persino a destra l’attrattività della coalizione che sfiderà il centrodestra, scompagina il campo avversario. E se vince, conquista per la prima volta la regione più di centrodestra d’Italia, e la più importante sul piano economico, cioè la Lombardia. Rovesciando i rapporti di forza tra destra e sinistra sul piano nazionale.

Secondo scenario: Il Pd, mentre si svolge la battaglia interna del congresso, si accoda alla Moratti e questo provoca una vera e propria rivolta al suo interno. Che rischia di fare esplodere il partito. E di conseguenza rendere anche impossibile o improbabile la vittoria della Moratti. Conclusione. La scelta, per il Pd, è tra vivere e (forse) vincere. Per vincere intendo governare. In questi anni il Pd ha sempre scelto di “vincere”, cioè ha posto il valore del governare al di sopra di tutto. Oggi, forse, non può più permetterselo. Primum vivere.

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Giornalista professionista dal 1979, ha lavorato per quasi 30 anni all'Unità di cui è stato vicedirettore e poi condirettore. Direttore di Liberazione dal 2004 al 2009, poi di Calabria Ora dal 2010 al 2013, nel 2016 passa a Il Dubbio per poi approdare alla direzione de Il Riformista tornato in edicola il 29 ottobre 2019.