Una crisi che può spaccare il Movimento
M5s allo sbando, Grillo e Casaleggio a Roma: “Il comico forse alle consultazioni con Draghi”
Potrebbe esserci anche Beppe Grillo alle consultazioni del Movimento 5 Stelle con il premier incaricato Mario Draghi. Lo scrivono giornali e agenzie. L’orario è stato fissato per sabato, dalle 12:15 alle 13:15. Il comico è a Roma, com’è a Roma anche Davide Casaleggio, il presidente dell’associazione Rousseau e figlio del guru Gianroberto che, stando ad Adnkronos, è nella Capitale da martedì per una serie di incontri con esponenti del M5s. I due potrebbero incontrarsi nelle prossime ore, come incontreranno i vertici del 5s. Grillo sarebbe a Roma per condurre la trattativa pro-Draghi: il Movimento infatti è in totale stato confusionale.
Come aveva scritto Aldo Torchiaro su questo giornale: “Le Cinque Stelle diventano cinque partiti: ci sono gli aperturisti, che voterebbero Draghi già domani. Ci sono i dialoganti, che non lo escludono (Patuanelli). E quelli del No, rappresentati da Crimi”. E poi le ali estreme dei pontieri che prevedono l’uscita entrare in un gruppo per Draghi la trincea della battaglia ai “poteri forti” e all'”apostolo delle élite” di Alessandro Di Battista. “Ogni ora che passa, per quanto mi riguarda, si aggiungono ragioni su ragioni per dire NO a Draghi”, ha rimarcato su Facebook quest’ultimo. Grillo sarebbe arrivato a sintetizzare tutta questa polvere di Stelle in una posizione: sì al governo.
Un retroscena del Corriere della Sera racconta come Grillo abbia condiviso con Luigi Di Maio e con Giuseppe Conte “la necessità di non perdere quest’occasione. ‘Non possiamo dire di no al Quirinale’, gli ha detto Di Maio. E Grillo ha convenuto: ‘Sono convinto anche io’”. Le posizioni si vanno insomma definendo. Complice anche le dichiarazioni “del predellino” de premier uscente Giuseppe Conte, che per il M5s “ci sono e ci sarò sempre” e che si erge a federatore per la coalizione con Partito Democratico e Liberi e Uguali.
Luigi Di Maio ha ringraziato il premier per quelle parole e, confermando un’evoluzione o quantomeno un cambiamento dalle posizioni immutabili dei grillini, dal Partito del “mai” al partito di governo più che di lotta, ha lanciato un segnale distensivo: “Non abbiamo cercato noi lo stallo, ma è proprio in queste precise circostanze che una forza politica si mostra matura agli occhi del Paese”. Dal leader de facto al leader sulla carta: Vito Crimi che aveva sbattuto violentemente e istintivamente la porta in faccia al governo Draghi ora torna sui suoi passi: “Andremo alle consultazioni con il presidente incaricato. Ascolteremo attentamente quanto avrà da dirci e porteremo al tavolo il M5s con la sua storia, le sue battaglie e le sue visioni”. E mette il paletto del reddito di cittadinanza.
Si respira già un’altra aria insomma rispetto a ieri. Non cede comunque l’ala di Alessandro Di Battista, quella ostinata e contraria all’ex Presidente della Banca Centrale Europea, che non avrebbe ancora smesso di sperare in un Conte ter e che percepisce Draghi come un tradimento del dogma originario dei grillini. “L’appoggio di Berlusconi, che peraltro va anche alle consultazioni, renderà ancora più difficile il sì unanime dei gruppi”, ammette a SkyTg24 un deputato MSs. Tutto un complesso di cose che non esclude un definitivo spappolamento della galassia del Movimento.
Un calcolo veloce: con l’appoggio del M5s Draghi potrebbe arrivare tra i 441 e 451 alla Camera e a 231 al Senato. Grillo e Casaleggio arrivano dunque a dettare la linea. Il comico – ancora da confermare la sua partecipazione alle delegazione per le consultazioni – avrebbe indicato a un gruppo di parlamentari delle condizioni per sedersi al tavolo per la formazione dell’esecutivo: reddito di cittadinanza, decreto dignità e norme anticorruzione, e poi un programma per il reddito universale, un’imposta patrimoniale per i super-ricchi, acqua pubblica, blue economy, digitalizzazione, conflitto di interessi e banca pubblica.
© Riproduzione riservata