Pierantonio Zanettin, deputato, ex consigliere laico del Csm, primo firmatario della proposta di Forza Italia di riforma della legge elettorale per il Csm. Zanettin, il Palamara-gate si è abbattuto sulla magistratura, delegittimandola. Ora che si fa?
La delegittimazione della magistratura costituisce un pericoloso vulnus alla nostra democrazia e occorre porvi rimedio con tutta urgenza. La proposta di legge a mia prima firma ha la finalità di tagliare definitivamente le unghie alle correnti della magistratura, un obiettivo a parole perseguito da tutti, dopo lo “scandalo Palamara”, ma che le diverse ipotesi che finora ho visto in campo, sul piano pratico, non ottengono in modo coerente. Per questo propongo il “sorteggio” dei componenti togati.

Ma il sorteggio è costituzionale?
Un sorteggio tout cout sarebbe incostituzionale. L’art. 104 della Costituzione prevede infatti che i componenti togati siano eletti. Per essere compatibile la Costituzione, la mia proposta prevede, prima il sorteggio di 100 magistrati, che hanno conseguito la quinta valutazione di professionalità, e poi l’elezione dei componenti togati tra i sorteggiati, in un collegio unico nazionale, con preferenza unica. Prevedo il divieto espresso di forme di collegamento dei candidati a liste esterne, o dei candidati tra loro.

Così si reciderebbe il legame tra eletto e correnti?
In questo caso il candidato non viene selezionato in base all’appartenenza correntizia, ma dal caso, e poi viene eletto in forza della propria credibilità personale, con la preferenza unica, in un collegio unico nazionale. Non dovrà ringraziare, né ricompensare nessuno, se non la sorte e la stima dei colleghi. Non avrà ragione per praticare quel clientelismo deteriore, che è emerso dalla lettura delle chat di Palamara. Se poi qualche corrente organizzata deciderà di appoggiarlo sarà solo per affinità culturale. Ma questo va bene. Ho proposto inoltre di riportare a 20 il numero dei componenti togati e a 10 quello dei laici e di eliminare la ripartizione per funzioni. Nell’ultima tornata elettorale i quattro posti di Pm, sono stati appannaggio dei candidati delle quattro correnti. Di fatto quella dei Pm era una lista bloccata, senza una reale competizione elettorale. Realisticamente più di così non si può fare.

Il ministro Bonafede pare proporrà invece un sistema basato su collegi uninominali piccoli e successivo ballottaggio in tempi ravvicinati, per evitare gli inciuci.
Non la ritengo una soluzione di adeguata rottura rispetto al passato. Il ballottaggio enfatizzerà il ruolo ed il potere delle correnti, che conoscono il territorio e sanno in anticipo chi andrà al secondo turno. Il meccanismo delle desistenze favorirà accordi, che la mia proposta esclude in radice.Questo giudizio critico, peraltro, non è solo mio. Ho letto una interessante intervista dell’attuale Consigliere Csm Sebastiano Ardita, che diceva appunto che il sistema ipotizzato da Bonafede renderà più forti le correnti, anzichè penalizzarle. Del resto lo stesso ministro all’inizio era d’accordo con il sorteggio, ma poi ha cambiato idea, dopo che l’Anm ha dato il via libera al blocco della prescrizione. Bonafede ha accettato un compromesso al ribasso, che non gli fa onore.

Ma la riforma arriverà?
Francamente ne dubito. Lo “scandalo Palamara” è scoppiato più di un anno fa. Tutti a parole si sono indignati, hanno detto che bisogna voltare pagina, ma nel frattempo non è successo niente. Da quello che ho letto sui giornali, Bonafede intende affidare la sua riforma a un Ddl governativo, anzichè ad un decreto legge. Tutti conosciamo i tempi biblici in cui il Parlamento licenzia i Ddl. Tra due anni si dovrà votare il nuovo Csm e, in queste condizioni, non è quindi escluso, che si procederà con la stessa legge di oggi.