I clienti vip di Massimo Bochicchio, il broker casertano morto lo scorso 19 giugno in via Salaria a Roma, dopo un incidente in moto, resteranno con la bocca asciutta e non vedranno un centesimo dei soldi investiti in virtù del rapporto di fiducia col broker.

Lo hanno deciso i giudici della VII sezione collegiale del Tribunale di Roma, che hanno dichiarato estinto il processo “per la morte del reo”, accusato di esercizio abusivo della professione e riciclaggio. Alla sbarra c’era lo stesso Bochicchio, che doveva rispondere delle accuse di esercizio abusivo della professione e riciclaggio, così come la moglie Arianna Iacomelli e Tommaso Bochicchio, fratello di Massimo, indagati con il broker defunto per truffa.

Per quest’ultimi due è stata chiesta l’archiviazione: la moglie del broker, ex miss Italia, ha infatti rinunciato all’eredità e su di lei non vi sarà dunque alcuna pretesa economica da parte dei clienti dello scomparso marito.

Per i tanti clienti di Bochicchio, tra cui in particolare molti nomi noti del mondo dello sport come l’allenatore Antonio Conte, i calciatori Patrice Evra e Stephan El Shaarawy, i procuratori sportivi Federico Pastorello e Luca Bascherini, non ci sarà alcun risarcimento.

Tutti speravano di avere indietro almeno parte dei 70 milioni di euro che avevano affidato al broker nativo di Capua per investimenti vari, presentandosi come parte civile nel processo.

L’unica indagine che resta in piedi è quella per “istigazione al suicidio”, con gli inquirenti che hanno ancora aperto il fascicolo: qualcuno ha forse spinto Bochicchio a schiantarsi contro un muro dell’aeroporto di Roma?

Un giallo infinito quello del broker: subito dopo l’incidente erano infatti spuntate ‘teorie del complotto’ su una possibile morte inscenata da parte del broker, un modo per sfuggire alle maglie della giustizia e dei suoi stessi clienti, salvo poi accertare definitivamente che quel corpo carbonizzato sulla Salaria fosse effettivamente il suo.

Redazione

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