McDonald’s dice addio alla Russia. La catena di fast food statunitense ha già avviato il processo di vendita dell’intero portafoglio di ristoranti. A comunicare la decisione è stata la stessa azienda, tramite un comunicato. “La crisi umanitaria causata dalla guerra in Ucraina e il precipitare delle condizioni operative hanno portato McDonald’s a concludere che la proprietà dell’attività in Russia non è più sostenibile né coerente con i valori di McDonald’s” si legge nella nota.

Una decisione che segue quella di Renault: il gruppo automobilistico ha infatti deciso di cedere il 100% delle sue azioni al governo russo.

L’addio di McDonald’s

Dopo aver annunciato la chiusura dei suoi 850 punti vendita in Russia a causa del conflitto in Ucraina lo scorso marzo, così come altre catene del calibro di Starbucks, Kfc e Pizza Hut, ora l’azienda ha deciso di abbandonare definitivamente il Paese. Secondo alcune indiscrezioni, la famosa catena di ristoranti fast food venderà la propria attività a un acquirente locale, cercando di includere i suoi 62.000 lavoratori nei termini dell’accordo. L’azienda ha inoltre sottolineato che continuerà a pagare i dipendenti fino alla chiusura di qualsiasi transazione.

La società prevede un addebito da 1,2 a 1,4 miliardi di dollari per coprire i costi di trasloco. Il nuovo acquirente manterrà quindi l’attività di ristorazione, ma non potrà utilizzarne nome, logo o menu. Il nuovo marchio potrebbe essere ‘Zio Vanja’, che risulta depositato il 12 marzo scorso: una B gialla (che nell’alfabeto cirillico corrisponde alla V di Vanja) su uno sfondo rosso, che appare molto simile al logo di McDonald’s. 

Si tratta di una faccenda complicata che non ha precedenti e che avrà profonde conseguenze” è il messaggio dell’amministratore delegato Chris Kempczinski, riportato dal New York Times. “Qualcuno potrà obiettare che la cosa giusta da fare è continuare a garantire accesso ai nostri prodotti e a dare lavoro a decine di migliaia di cittadini ordinari. Ma è impossibile ignorare la crisi umanitaria causata dalla guerra in Ucraina, ed è impossibile immaginare che il nostro marchio rappresenti la stessa speranza e le stesse promesse che ci portarono a entrare nel mercato russo 32 anni fa.

L’apertura del primo punto vendita a Mosca, nell’allora Unione Sovietica, risale infatti al 31 gennaio 1990, dopo la caduta del Muro di Berlino. Furono circa 30mila i clienti quel giorno: un vero e proprio record per un evento che fece scalpore, soprattutto per il suo significato simbolico.

In Ucraina intanto i ristoranti McDonald’s rimangono chiusi, anche se i dipendenti vengono pagati e l’azienda sta sostenendo i rifugiati in tutta Europa attraverso donazioni di cibo, alloggio e lavoro.

Renault: le azioni cedute al governo russo

Le attività della casa automobilistica francese Renault in Russia sono da oggi 16 maggio di proprietà dello Stato: lo ha reso noto il ministero dell’Industria e del commercio di Mosca in un comunicato, riferisce l’Ansa. L’annuncio segue il ritiro della Renault dalla Russia sempre a causa dell’invasione dell’Ucraina.

“Sono stati firmati accordi per il trasferimento di asset russi dal gruppo Renault alla Federazione Russa e al governo di Mosca”, ha fatto sapere il ministero. Il cda della casa automobilistica ha quindi approvato all’unanimità la firma degli accordi per la vendita del 100% delle azioni di Renault Russia alla Città di Mosca e del 67,69% in Avtovaz all’Istituto di ricerca automobilistica Nami. L’intesa prevede un’opzione di riacquisto da parte del Gruppo Renault della sua partecipazione in Avtovaz, esercitabile in determinati periodi nei prossimi sei anni. 

Oggi abbiamo preso una decisione difficile ma necessaria e stiamo facendo una scelta responsabile nei confronti dei nostri 45.000 dipendenti in Russia, preservando le prestazioni del Gruppo e la nostra capacità di tornare nel Paese in futuro, in un contesto diverso. Sono fiducioso nella capacità del Gruppo Renault di accelerare ulteriormente la sua trasformazione e superare i suoi obiettivi a medio termine“, ha affermato Luca de Meo, CEO del Gruppo Renault.

Come annunciato lo scorso 23 marzo, nei risultati del primo semestre 2022 dovrebbe essere registrato un onere di rettifica non monetario pari al valore contabile delle attività immateriali, degli immobili, degli impianti e dei macchinari consolidati e dell’avviamento del Gruppo in Russia. Al 31 dicembre 2021, questo valore ammontava a 2.195 milioni di euro. Di conseguenza, le attività russe saranno deconsolidate nel bilancio del Gruppo Renault per il semestre chiuso al 30 giugno 2022 e verranno quindi contabilizzate come cessate. Il Gruppo Renault presenterà, in occasione di un Capital Market Day che si terrà nell’autunno del 2022, le sue prospettive finanziarie e la sua strategia aggiornata, posizionando il Gruppo come un “attore di riferimento competitivo, tecnologico e sostenibile”.