Menù Riformista
Menù di Pasqua, torta rustica e agnello per un pranzo tradizionale
“Natale con i tuoi, Pasqua con chi vuoi”, recita un famoso proverbio. Di solito, infatti, le festività natalizie sono legate dal calore e dall’unione familiare per tutti e tre i giorni del 24, 25 e 26 dicembre. La Pasqua, invece, è legata ad un momento di pace e gioia. Questa festività porta con sé il concetto religioso di Resurrezione, indicando la rinascita e la speranza da condividere magari all’aria aperta e in buona compagnia.
La Pasqua cade nel periodo dell’anno della primavera, quando i fiori iniziano a sbocciare ed il sole illumina le lunghe giornate buie dell’inverno. Per questo, sin dall’antica tradizione pagana e inevitabilmente trapassata in ogni religione, la Pasqua significa vita dopo la morte e la sua celebrazione è uno dei momenti più belli e importanti dell’anno. Come ogni festività che si rispetti, anche per Pasqua non può mancare il buon cibo per un menù culinario tradizionale e tipico. Uova, cioccolata, colomba e agnello (o capretto) sono senza dubbio i protagonisti principali sulle tavole degli italiani, ma ogni regione ha le proprie ricette classiche che spesso diventano un must in tutta la Penisola
IL MENU DI PASQUA – A differenza delle altre festività, a Pasqua non c’è una vera e propria regola gastronomica da rispettare per un menù dalla A alla Z. Ma la sua caratteristica principale è quella di avere delle pietanze e ricette tipiche, regionali e non, che vanno dal Giovedì Santo fino al Lunedì dell’Angelo. In primis, è bene nominare il casatiello e la pastiera i quali rappresentano i piatti più caratteristici di questa celebrazione. Sebbene siano di tradizione napoletana, come spesso accade, queste pietanze vengono riprodotte dal Nord al Sud Italia con tutte le varianti del caso. Nella stessa Campania, ad esempio, la ricetta della pastiera classica viene spesso arricchita con la crema pasticcera soprattutto nelle zone del Cilento. O ancora il casatiello, una torta rustica ricca di salumi, in realtà si differisce dal tortano, in quanto nel casatiello vengono aggiunte uova sode nell’impasto e uova crude e intere in superficie come decorazione ricoperte da impasto a forma di croce, mentre nel tortano le uova si inseriscono già sode a spicchi solo nell’impasto. Altre tipiche pietanze regionali sono la torta pasqualina, nata a Genova e diffusa maggiormente nelle zone settentrionali, la torta al formaggio tipicamente dell’Umbria ma appartenente anche alla tradizione gastronomica marchigiana, dove è chiamata crescia, e infine l’Impanata ragusana, una focaccia formata da sfoglie ripiene di carne di agnello o capretto.
Come si può notare, in linea generale la base gastronomica è uguale per tutti con torte rustiche, uova, agnello (o capretto), salumi e dolci. Infatti, per realizzare un menù tipico di Pasqua si parte dall’antipasto con gli affettati, che in Campania è conosciuta con il nome di fellata e include anche la ricotta salata. Di solito, infatti, questa ricetta include prosciutto, salame, soppressata, capocollo, formaggi e mortadella. Mentre per il primo piatto si protende per la pasta all’uovo fatta in casa, come tagliatelle o lasagne, ma anche tortellini e pasta al forno. Rigorosamente a base di sugo e carne. Il secondo piatto, com’è intuibile, prevede come protagonista l’agnello, o capretto, accompagnato da patate o piselli spesso cucinato in padella, ma può anche essere preparato in forno. Inoltre, come contorno è usanza preparare anche i carciofi, cucinati fritti o ripieni.
Infine, i dolci. Uova di cioccolata e colomba classica con canditi o gocce di cioccolato riempiono le tavole di tutta Italia ma, come abbiamo visto finora, ogni regione ha le proprie usanze. Dalla pastiera napoletana alle scarcelle pugliesi e lucane fino alla cassata siciliana la cucina dei dolciumi non può di certo mancare per concludere i festeggiamenti della Pasqua come vuole la tradizione.
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