Gennaro
Metropolitana di Napoli, una questione grafica

Nel mondo della mobilità il wayfinding – l’insieme dei sistemi visivi e informativi utili a orientarsi – è strumento fondamentale per rendere i sistemi di trasporto accessibili, semplici e intuitivi. In particolare, metropolitane e ferrovie urbane richiedono un apparato visivo chiaro, coerente e immediatamente leggibile, capace non solo di informare ma anche di comunicare una visione ordinata dello spazio urbano.
La mappa della metropolitana di Londra
Il caso più emblematico è quello della mappa della metropolitana di Londra disegnata da Harry Beck nel 1931. Beck, progettista industriale, propose una rivoluzione concettuale: rinunciare alla rappresentazione geografica per favorire una logica diagrammatica con linee rette, angoli e distanze uniformi. La sua mappa trasformò la percezione del metrò londinese da un groviglio confuso a un sistema leggibile e razionale. Il “modello Beck” è diventato un riferimento universale, ancora oggi considerato un capolavoro di design.
Un altro esempio fondamentale è il lavoro di Massimo Vignelli a New York. Negli anni ’70 Vignelli creò non solo una mappa, ma un’intera identità visiva per il sistema metropolitano della Grande Mela, capace di trasmettere affidabilità e chiarezza. Un sistema grafico basato su una tipografia razionalista (Helvetica), colori rigorosi, segnaletica modulare. In particolare, la mappa del 1972 divenne un simbolo di design ed è stata nuovamente installata, aggiornata, nel 2024.
La scelta italiana
In Italia ricordiamo Bob Noorda, designer olandese che ha sviluppato la comunicazione visiva della metropolitana milanese negli anni ’60. Noorda elaborò una segnaletica ispirata ai princìpi della Bauhaus: forte contrasto cromatico, uso sapiente della tipografia, icone semplici ma evocative. La “M” bianca su sfondo rosso, oggi usata in tutte le metrò d’Italia, è una sua creazione. Il suo lavoro contribuì a costruire una “identità civica” della rete meneghina, dove ogni elemento, dalla grafica ai materiali architettonici, era parte di un progetto integrato e tutt’oggi riconosciuto a livello mondiale.
Ancora, Parigi, Berlino e Vienna – così come moltissime città asiatiche – dimostrano che una buona grafica, lungi dall’essere un semplice abbellimento, è una componente strategica per rendere il trasporto pubblico comprensibile, attrattivo e competitivo. L’efficacia del wayfinding influisce direttamente sull’esperienza dell’utente, sulla percezione della qualità del servizio e sulla possibilità di attrarre nuovi passeggeri. Tanto più nell’epoca di Internet, dove poi quelle identità grafiche vengono riproposte per informare i passeggeri. Un utente che si orienta, nelle stazioni oppure online, con facilità, si sente più sicuro e incline a utilizzare il mezzo pubblico con regolarità.
Le metropolitane e le ferrovie urbane di Napoli – articolate, frammentate ma in continua trasformazione ed espansione – rappresentano un contesto perfetto in cui un sistema di wayfinding integrato potrebbe produrre benefici profondi, sia in termini funzionali che simbolici. Oggi il sistema di trasporto partenopeo è composto da un mosaico di linee gestite da Enti differenti (ANM, EAV, Trenitalia) ognuno con i propri linguaggi visivi, mappe, loghi e comunicazione online. Questo deficit di coerenza compromette l’intelligibilità complessiva del servizio e ne riduce l’attrattività, specialmente per i turisti, i nuovi utenti e i pendolari non abituali. Un approccio ispirato ai lavori sopracitati consentirebbe a Napoli di unificare la percezione della sua rete su ferro con una sola identità visiva chiara, moderna, riconoscibile, trasmettendo affidabilità. Soprattutto in caso di disservizi, purtroppo ancora molto frequenti.
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