Dmitry Zelenov è l’ultimo dell’elenco. Parliamo dell’impressionante lista di sparizioni e morti sospette di magnati russi, oligarchi che hanno fatto le loro fortune nell’epoca di Vladimir Putin o in quella immediatamente precedente, di Boris Yeltsin, e che dallo scoppiare del conflitto in Ucraina il 24 febbraio scorso sono deceduti.

Zelenov, 50enne cofondatore del gruppo immobiliare russo Don-Stroy, è morto misteriosamente lo scorso 9 dicembre, ma la notizia è filtrata solo nelle scorse ore.

L’uomo d’affari russo sarebbe morto cadendo accidentalmente dalle scale, secondo quanto ricostruito dagli inquirenti francesi, e sbattendo la testa contro una ringhiera dopo una cena con alcuni amici ad Antibes, nel sud dellla Francia.

L’oligarca russo è stato soccorso dai sanitari francesi e trasportato in ospedale in gravi condizioni: ricoverato in terapia intensiva, è morto la mattina seguente nell’ospedale Pasteur di Nizza. La notizia è stata resa nota anche dall’agenzia stampa russa Baza, che ha ricordato come il 50enne imprenditore fosse già stato operato al cuore per problemi cardiaci.

Ma Zelenov è noto anche per essersi apertamente schierato contro il conflitto iniziato 299 giorni fa dalle truppe di Vladimir Putin invadendo la vicina Ucraina. La sua società, Don-Stroy, è stata la prima a costruire complessi residenziali d’élite nella capitale Mosca.

Il quotidiano francese Nice Matin citando il pubblico ministero di Grasse riferisce che sulla morte dell’oligarca russo è stata aperta un’inchiesta, affidata alla Questura di Antibes, per accertare le cause della morte che ”non sono chiare”.

Negli scorsi mesi hanno destato scalpore le morti in circostanza misteriose di manager e oligarchi russi. A maggio Andrei Krukowski, direttore del resort sciistico di Gazprom, è morto a 37 anni cadendo da una scogliera a Sochi, in Russia.

Altri casi recenti risalgono ad aprile. Vladislav Awajew, ex vicepresidente della Gazprombank, è stato trovato senza vita nel suo appartamento di Mosca, insieme a sua moglie e sua figlia: tutti e tre con ferite da arma da fuoco. Secondo la polizia russa Awayev avrebbe sparato a sua moglie e sua figlia per poi suicidarsi.

L’oligarca russo Sergey Protosenya, ex presidente di Novotek, è stato trovato impiccato nella sua villa a Lloret de Mar, vicino Barcellona, in Spagna. Accanto a lui, i corpi di moglie e figlia diciottenne massacrate a colpi d’ascia. Anche in questo caso si è parlato di omicidio-suicidio, ma il figlio sopravvissuto non crede a questa tesi: “Mio padre non è un assassino”, aveva dichiarato al Mail Online. A marzo era stata la volta di Vasily Melnikov, proprietario di MedStom, una compagnia di forniture mediche, trovato senza vita insieme a moglie e due figli con ferite da taglio. Vicini di casa e amici avevano dichiarato di non riuscire a credere che l’uomo abbia potuto uccidere la sua famiglia.

Tra fine gennaio e febbraio i corpi di altri due alti funzionari di GazpromAleksandr Tyulyakov e Leonid Shulman, erano stati rinvenuti nelle loro residenze nei pressi di San Pietroburgo. Mentre Mikhail Watford, vero cognome Tolstosheya, nato in Ucraina ma diventato ricco grazie al petrolio e al gas dopo il crollo dell’Urss, si sarebbe impiccato nella sua casa nel Regno Unito il 28 febbraio.

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Romano di nascita ma trapiantato da sempre a Caserta, classe 1989. Appassionato di politica, sport e tecnologia