È giallo sui decessi
La morte sospetta di Andrei Krukowski: “E’ caduto dalla scogliera”, è il quinto dirigente Gazprom scomparso da gennaio
Andrei Krukowski era il direttore del resort sciistico di Gazprom. È morto a 37 anni, cadendo da una scogliera a Sochi.
A riportare la notizia sono i media internazionali, che sottolineano però un altro dettaglio: la morte di Krukowski è solo l’ultima di una serie di decessi, avvenuti in situazione poco chiare, associati al colosso russo del gas.
L’incidente fatale
“Il direttore generale del resort di Krasnaya Polyana, Andrei Alekseevich Krukovski, è tragicamente scomparso. Amava le montagne e vi trovava la pace. La tragedia è avvenuta sulla strada per la fortezza di Akzepsinskaya” si legge in un tweet dell’agenzia di stampa russa Tass risalente al 1 maggio.
Le circostanze dell’incidente sono al vaglio degli inquirenti, proseguono i media: il manager è morto in seguito alle ferite riportate, a nulla è servito il ricovero in ospedale. I media russi hanno comunicato che, stando ai rapporti del Comitato investigativo del Krasnodar Krai, è già stata disposta un’autopsia.
Krukowski, che si era laureato con lode presso l’Istituto di economia, politica e diritto di Mosca nel 2006, aveva iniziato a lavorare presso il resort nel 2015 e quattro anni dopo ne era diventato il direttore. Krasnaya Polyana è una delle località sciistiche più famose dell’intera Russia: nel 2014 faceva parte del complesso olimpico dei Giochi invernali a Sochi.
Il giallo
L’episodio è stato considerato un incidente, ma in realtà diversi manager e oligarchi legati a Gazprom o al Cremlino sono morti in circostanze misteriose o particolarmente drammatiche negli ultimi tempi. Prima della notizia della morte di Krukowski, la Cnn ne aveva indicati 6 da gennaio a oggi, di cui 4 associati al gigante del gas.
I casi più recenti risalgono ad aprile. Vladislav Awajew, ex vicepresidente della Gazprombank, è stato trovato senza vita nel suo appartamento di Mosca, insieme a sua moglie e sua figlia: tutti e tre con ferite da arma da fuoco. Secondo la polizia russa Awayev avrebbe sparato a sua moglie e sua figlia per poi suicidarsi.
L’oligarca russo Sergey Protosenya, ex presidente di Novotek, è stato trovato impiccato nella sua villa a Lloret de Mar, vicino Barcellona, in Spagna. Accanto a lui, i corpi di moglie e figlia diciottenne massacrate a colpi d’ascia. Anche in questo caso si è parlato di omicidio-suicidio, ma il figlio sopravvissuto non crede a questa tesi: “Mio padre non è un assassino” ha dichiarato al Mail Online. A marzo era stata la volta di Vasily Melnikov, proprietario di MedStom, una compagnia di forniture mediche, trovato senza vita insieme a moglie e due figli con ferite da taglio. Vicini di casa e amici hanno dichiarato di non riuscire a credere che l’uomo abbia potuto uccidere la sua famiglia.
Tra fine gennaio e febbraio i corpi di altri due alti funzionari di Gazprom, Aleksandr Tyulyakov e Leonid Shulman, erano stati rinvenuti nelle loro residenze nei pressi di San Pietroburgo. Mentre Mikhail Watford, vero cognome Tolstosheya, nato in Ucraina ma diventato ricco grazie al petrolio e al gas dopo il crollo dell’Urss, si sarebbe impiccato nella sua casa nel Regno Unito il 28 febbraio.
Con la morte di Andrei Krukowski il giallo intorno alla tragica scomparsa di questi uomini d’affari s’infittisce ulteriormente. Quasi tutti si sarebbero tolti la vita durante la guerra in Ucraina: che sia solo una coincidenza?
© Riproduzione riservata