La Guinea-Conakry, nota anche come Guinea francese, sabato ha visto la rocambolesca evasione dal principale carcere della capitale dell’ex dittatore Moussa Dadis Camara e il suo ancora più clamoroso ritorno in prigionia. Un commando di uomini armati ha preso d’assalto la prigione guineana ed ha facilmente liberato Camara ed altri tre detenuti fra i quali Claude Pivi e Blaise Goumou, accusati di complicità con l’ex uomo forte di Conakry per omicidio e stupro. Moussa Camara aveva preso il potere nel 2008 con un colpo di stato ed il suo governo era durato poco più di un anno quando un nuovo golpe lo aveva rovesciato. Era subito stato accusato di aver massacrato più di centocinquanta persone riunite allo stadio per manifestare contro il suo regime e la sua intenzione di candidarsi alle elezioni presidenziali.

In quella situazione i suoi uomini avevano stuprato centinaia di donne per stroncare ogni resistenza della popolazione. Moussa Camara se n’era andato in esilio nel vicino Burkina Faso ed il nuovo presidente Alpha Condè non gli aveva mai dato il permesso di tornare in Guinea, temendo che potesse minare la stabilità del paese tentando un nuovo colpo di mano. Il nuovo colpo di stato ad opera del Tenente-Colonnello Mamady Doumbouya aveva invece permesso a Camara di rientrare, ma al suo ritorno era stato subito processato e condannato. Alla notizia della sua evasione il ministro della giustizia ha lanciato una vera e propria caccia all’uomo ed erano anche stati chiusi i confini del paese africano. Dopo poche ore però Camara ed i suoi due compagni erano spontaneamente tornati nella prigione della capitale.

L’avvocato dell’ex dittatore guineano ha dichiarato che il suo cliente era stato portato via contro la sua volontà e si era trattato di un rapimento in piena regola. Secondo il legale Moussa Dadis Camara sta aspettando il nuovo processo ed ha completa fiducia nel sistema giudiziario guineano. Questo goffo tentativo è stato organizzato con l’aiuto di quella parte di forze armate ancora vicine all’ex dittatore, ma il tempestivo intervento della polizia e l’impossibilità di lasciare il paese per riparare all’estero hanno fatto desistere da questa operazione. Il Tenente-Colonnello Mamady Doumbouya ha fatto licenziare oltre sessanta soldati ed agenti carcerari probabilmente complici di questa fallimentare evasione. Questa mossa stronca ogni possibilità di tentativo di destabilizzare il governo di Conakry che dal 2021 vede una nuova giunta militare al potere. La Guinea fa parte di quel gruppo di paesi africani che ha visto il rovesciamento di un governo civile in questi ultimi tre anni ed ha scelto una posizione vicina alla Russia, ma più defilata rispetto a Mali e Burkina Faso. Restano comunque solidi i rapporti con gli stati vicini ed il porto di Conakry rimane il punto di riferimento per il commercio internazionale degli stati senza sbocco sul mare come appunto Mali, Burkina Faso e Niger.

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Matteo Giusti, giornalista professionista, africanista e scrittore, collabora con Limes, Domino, Panorama, Il Manifesto, Il Corriere del Ticino e la Rai. Ha maturato una grande conoscenza del continente africano che ha visitato ed analizzato molte volte, anche grazie a contatti con la popolazione locale. Ha pubblicato nel 2021 il libro L’Omicidio Attanasio, morte di una ambasciatore e nel 2022 La Loro Africa, le nuove potenze contro la vecchia Europa entrambi editi da Castelvecchi