Una provocazione agli aspiranti sindaci
Napoli e il rilancio del Sud, dopo il ‘voltafaccia’ di Conte cosa ne pensano i candidati a sindaco?

Una buona e una cattiva notizia. La prima. Giuseppe Conte, che con coraggio ha portato il Movimento Cinque Stelle a un governo tutto sommato chiaramente orientato, democratico, progressista (“giallorosso” era la sua definizione cromatica), intende, diventando di fatto e formalmente leader dei pentastellati, condurli a una “istituzionalizzazione” (alleanze, politica, accordi) su posizioni non certo reazionarie, di destra o razziste, ma dichiaratamente democratiche e progressiste.
Poi la cattiva notizia. Forse per entrare definitivamente nel club dei migliori, per accreditarsi presso i poteri che contano, ecco la sventurata lettera al Corriere della Sera con cui l’ex premier indica che il M5S adesso deve riservare più attenzione al Nord, a Milano in particolare, per far ripartire la locomotiva economico-industriale- produttiva delle regioni settentrionali, cioè la “locomotiva” che si tirerebbe dietro l’intero Paese.
Immediatamente si sono levate, con forti perplessità e critiche, voci autorevoli come quelle di Gianfranco Viesti, Adriano Giannola e altri. Nel mio piccolo, dopo aver auspicato un cambiamento del M5S in senso laico e progressista su vari temi, dai diritti civili a quelli del lavoro ed economico-sociali, per consentire a un blocco di centrosinistra formato dallo stesso M5S con Pd e forze alla sua sinistra, di aspirare a governare il Paese, trovo del tutto sbagliata l’uscita di Conte. A più riprese, esperti ed economisti – da Viesti a Giannola passando per Luca Bianchi e Pietro Busetta) hanno mostrato come la teoria della locomotiva sia un’invenzione e che l’Italia non si salva se non si salva il Sud. Locomotiva il Nord? Al più, vecchi vagoni, disperatamente agganciati alla vera locomotiva tedesca.
Da quell’area importiamo e importiamo da Paesi dove il costo del lavoro è bassissimo, mentre il Nord esporta in gran parte al Sud. Voglio sottolineare due cose cha ha fatto la Germania, spesso e volentieri presa per esempio: al tempo della riunificazione, all’inizio degli anni ’90, centinaia di miliardi di marchi prima, di euro poi, sono stati investiti perché le più povere e meno sviluppate economicamente regioni dell’Est raggiungessero quelle dell’Ovest; in questi mesi, con il Next Generation EU, la Germania, applicando il principio di altruismo egoistico, concetto ben noto in psicologia, ha ottenuto che i Paesi più ricchi aiutassero i più deboli e disagiati, pena la fine dell’Europa. La Germania, d’altra parte, può avere vantaggi, in termini economici, produttivi, occupazionali, solo da una Europa, se non ricca, almeno solida e in continua crescita. È questo il “segreto”, talmente evidente, che si deve applicare anche in Italia.
Una scossa, un rilancio, una ripartenza, da vera e proprio seconda locomotiva, la può dare solo il Sud. E su questo tema sarebbe interessante, visto che tra poche settimane a Napoli si eleggerà il nuovo sindaco, conoscere le idee e l’impegno dei candidati: faranno in modo che Napoli si ponga alla testa del progetto Recovery Sud che per ora vede oltre 500 Comuni del Sud chiedere al Governo l’attenzione dovuta? Nel corso degli anni, Nitti, Salvemini, Gramsci, Dorso, Morandi, Saraceno e poi Chiaromonte, De Martino, Galasso e Compagna hanno sempre avuto chiara l’esistenza di una questione meridionale e la necessità di una sua risoluzione per il bene di tutta l’Italia. Chiederanno, i nostri candidati a sindaco, e faranno tutto quanto in loro potere, una volta eletti, che la questione meridionale torni a essere questione nazionale?
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