Il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, si solleva dalla responsabilità che gli è stata attribuita dai media, in particolare in merito alla nomine Rai, confermate dal consiglio di amministrazione di Viale Mazzini, così come proposte dall’amministratore delegato Carlo Fuortes. “In questi tre giorni qualunque cosa sia accaduta io non ero neanche in Italia. Ho letto di tutto sui giornali”, ha detto il pentastellato in occasione della presentazione del suo libro “Un amore chiamato politica”, durante il FLA – Festival Di Libri e Altrecose a Pescara.

“Veline fanno male al M5S”

Il ministro Di Maio ha attaccato i media che in questi giorni lo hanno riconosciuto come il deus ex machina della nomina di Monica Maggioni alla guida del Tg1, condivisa anche dal Pd. Per Di Maio quanto scritto dai giornali rientra nelle “veline che puntano a danneggiare il movimento” e attribuirgli un potere che non ha.

E nel respingere i commenti, afferma: “Non voglio comunque giudicare la singola persona e auguro buon lavoro a tutti i direttori”. E poi ha sottolineato che c’è stata intesa sulla proposta di approvare la legge che “toglie le mani dei partiti dalla Rai”, rilanciando che, se necessario, bisogna spingere l’acceleratore per approvare nuove norme. “Facciamola il prima possibile. Se si approva una legge simile allora togliamo alibi a chi dice che noi siamo stati fatti fuori” dalle nomine sul servizio pubblico.

Di Maio sostiene la decisione del leader del Movimento 5 Stelle Giuseppe Conte di non far sentire la voce del M5S sui canali del servizio pubblico. Il ministro rispondendo alla domanda se andrà in Rai dopo le proteste per le nomine, ha detto: “Con il mio libro sono andato in Rai in tutte le trasmissioni possibili. Per par condicio ora tocca a Mediaset e La7”. E a chi domanda se sia davvero così, ha risposto di essere d’accordo con l’ex premier perché “Giuseppe se ha detto quelle cose ha le sue ragione, ma l’obiettivo deve essere andare avanti con questa legge. Poi c’è da dire che ogni volta che vicini, c’è un Matteo che alza la mano e fa saltare tutto”.

L’accordo della nomine

L’accordo sulle nomine Rai del nuovo amministratore delegato Carlo Fuortes è stato trovato dopo una lunga notte di trattative. “Fuortes non libera la Rai dalla politica ma ha scelto di esautorare una forza politica come il M5s: siamo alla degenerazione del sistema e per questo il M5s non farà più sentire la sua voce sui canali del servizio pubblico“, ha criticato il presidente M5s Giuseppe Conte in una dichiarazione alla stampa. “L’amministratore delegato della Rai Fuortes poteva scegliere come affrontare le nomine. Ha scelto di sottrarsi a qualsiasi confronto nelle sedi istituzionali, ha rinviato dapprima l’incontro richiesto nei giorni scorsi dal Cda e poi ha anche rinviato la convocazione già programmata davanti alla commissione di Vigilanza”, ha aggiunto.

L’ex premier ha abbozzato un ‘mea culpa’ per la precedente stagione gialloverde della tv pubblica: “Le logiche che da tempo guidano il servizio pubblico non ci piacciono, non ci sono mai piaciute. Si chiama lottizzazione politica. Anche noi ci siamo ritrovati prigionieri di questo sistema che abbiamo denunciato molte volte, ma non abbiamo numeri sufficienti per modificarlo come abbiamo già proposto: un nostro disegno di legge è stato incardinato in Commissione in Senato, per intervenire sulla governance della Rai e liberarla finalmente dall’influenza della politica”.

Redazione

Autore