Al Tg1 Monica Maggioni, al Tg2 la conferma di Gennaro Sangiuliano, al Tg3 Simona Sala. Sarebbero questi i favoriti, secondo quanto si apprende, per le nomine dei tg dell’azienda di viale Mazzini che arriveranno domani. Già nella mattinata di oggi, alle 11,30 è attesa la lista dei curricula, giovedì il Cda. Dovrebbe essere questo lo schema, anche se al Tg2 si fa il nome pure di Nicola Rao che però potrebbe essere indicato per la direzione di Radiouno al posto di Simona Sala, qualora Mario Orfeo dovesse ‘traslocare’ alla direzione di genere.

Le voci che riguardano la direzione del Tg1 ma anche le nuove direzioni di linea lambiscono una riserva di nomi esterni alla Rai: si torna a fare anche il nome di Sarah Varetto, certamente strutturata ma debole sul fronte del sostegno UsigRai, che infatti fa muro. «Parte puntuale il totonomine. Una lotteria alla quale non abbiamo mai partecipato. E non cominciamo oggi. Come sempre a noi interessano i criteri: autonomia, indipendenza, professionalità. Tutti requisiti che si possono trovare facilmente tra le giornaliste e i giornalisti della Rai». E se nella Rai di Fuortes non trovasse posto Varetto, ci sarebbero pronte Goracci e Busi. Palazzo Chigi sa quanto sia necessaria una blindatura al Tg1, in previsione di tensioni crescenti tra i partiti dell’ampia maggioranza. Essenziali dunque doti di competenza verticale e di equilibrio indubitabile. Criteri che escludono chi si sia contraddistinto, alla guida di tg o alla conduzione di trasmissioni, come avversario esacerbato dell’una o dell’altra parte.

«Se il Cda Rai farà le nomine dei tg, il presidente Draghi assicuri un nome davvero di garanzia al Tg1. Modello Albino Longhi, richiamato dalla pensione per garantire la delicata campagna elettorale 2001. Un direttore ‘notaio’, inavvicinabile dai partiti, che non risponda a nessuno», scrive su Twitter il deputato di Italia viva e segretario della commissione di Vigilanza Rai, Michele Anzaldi. La riunione si terrà domani mattina a Napoli, in segno di vicinanza al centro di produzione campano dopo le fibrillazioni delle ultime settimane con le indiscrezioni sul possibile spostamento della serie Un posto al sole.

Il deputato del M5s Luigi Iovino aveva addirittura depositato un’interrogazione direttamente al presidente del Consiglio in cui lo invitava a farsi carico del problema dello spostamento di fascia oraria della serie tv: «Un appuntamento di riferimento per tantissime famiglie italiane – scriveva Iovino – che rischia di subire un’inevitabile crisi di ascolti a seguito della decisione di spostare l’orario di messa in onda delle 20.45, per fare spazio all’ennesimo talk politico», il nuovo programma condotto da Lucia Annunziata. Uno spostamento suscettibile di penalizzare le entrate pubblicitarie, con “pericolose ricadute sull’attività degli studi Rai di Napoli e sull’indotto per la città”. La scelta di Fuortes, che ha spostato su Napoli il Cda Rai, sembra andare incontro a quelle sollecitazioni.

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Ph.D. in Dottrine politiche, ha iniziato a scrivere per il Riformista nel 2003. Scrive di attualità e politica con interviste e inchieste.