L’assistente alla regia del film Rust, quello sul cui set è morta la direttrice della fotografia Halyna Hutchins, non ha controllato efficientemente l’arma e tutti i proiettili che si trovavano all’interno, quando l’ha consegnata all’attore Alec Baldwin. E mentre quest’ultimo si esercitava a estrarre l’arma puntandola verso la telecamera, secondo quanto ricostruito dal regista Joel Souza, ferito nella stessa occasione, è partito il colpo che ha ucciso la 42enne direttrice della fotografia. David Halls, l’assistente, secondo altre testimonianze aveva anche gridato “pistola fredda”, e quindi inoffensiva perché caricata a salve, prima di passarla a Baldwin.

Questi gli ultimi dettagli sulla tragedia sul set di Santa Fe, venerdì scorso. Che non abbia controllata l’arma lo avrebbe raccontato lo stesso Halls agli investigatori: non avrebbe controllato bene quanti e quali proiettili fossero contenuti nel tamburo della pistola. Questo quanto risulta da un mandato di perquisizione, secondo quanto riporta la Cnn. Avrebbe visto solo tre proiettili e non sarebbe sicuro di aver controllato anche il resto del tamburo.

Il mandato di perquisizione riguarda anche un furgone di scena sul quale si trovava una cassaforte con le armi utilizzate sul set del film western. Hannah Reed-Gutierrez, “armiera” al centro delle polemiche anche perché alla sua seconda esperienza importante, a soli 24 anni, ha riferito che in pochi conoscevano la combinazione della cassaforte e che i proiettili veri non erano permessi sul set. Quelli che vengono utilizzati sono a salve e vengono lasciati su un carrello sul set, senza protezione.

Lo sceriffo della contea di Santa Fe, Adan Mendoza, in conferenza stampa ha confermato ieri che Halyna Hutchins è stata uccisa da un proiettile vero. Lo sceriffo ha anche aggiunto che sul set sono stati trovati altri proiettili veri. “I fatti sono chiari: è stata data una pistola a Baldwin che era funzionale ed ha sparato una pallottola vera che ha ucciso Hutchins”, ha detto Mendoza spiegando che l’Fbi sta analizzando un proiettile estratto dalla spalla del regista Souza.

Nella stessa occasione la procuratrice distrettuale, Mary Carmack-Altwies, ha sottolineato che l’inchiesta è appena iniziata, che si stanno ascoltando decine di testimoni e che tutte le opzioni, comprese possibili incriminazioni, sono sul tavolo. “Se i fatti e la legge sostengono le accuse io allora avvierò l’incriminazione – ha detto – non prendo decisioni affrettate”. Non è escluso quindi che anche Alec Baldwin venga accusato. “C’era un’enorme quantità di proiettili sul set – ha aggiunto Carmack-Altwies – dobbiamo analizzare tutti i tipi di munizioni”.

Ritrovati infatti tre revolver, bossoli e munizioni: alcuni chiusi nelle loro scatole e altri sparsi in vari punti del set. Anche una pistola vera non di ultima generazione ma funzionante. Alcune di queste armi, secondo testimonianze, venivano usate fuori dal set e dalle riprese, per gioco, da alcuni membri della troupe. Proprio sulle negligenze nella gestione delle armi e della sicurezza sul set l’assistente alla regia Halls è stato oggetto di diverse testimonianze. Secondo Cnn era stato licenziato dal film Freedom Path’s del 2019 dopo che un incidente con un’arma da fuoco aveva ferito non gravemente un membro della troupe. Sul set anche proteste per le stesse ragioni e le condizioni di lavoro, che avrebbero portato alcune maestranze a lasciare la lavorazione.

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Giornalista professionista. Ha frequentato studiato e si è laureato in lingue. Ha frequentato la Scuola di Giornalismo di Napoli del Suor Orsola Benincasa. Ha collaborato con l’agenzia di stampa AdnKronos. Ha scritto di sport, cultura, spettacoli.