Gli ultimi giorni
Oliviero Toscani: “Ho l’amiloidosi, una malattia incurabile. Per qualche minuto sono morto e ho avuto visioni astratte. Vivere? È un imbroglio”
“Non ho paura di morire, basta che non faccia male”. Il noto fotografo Oliviero Toscani, 82 anni, da poco meno di un anno sta ‘vivendo un’altra vita’, quella che lo condanna a morire. La malattia di cui parla al Corriere della Sera è l’amiloidosi, che lascia una speranza di vita dai 2 ai 4 anni: “Un giorno mi sono svegliato con le gambe gonfie, ho cominciato a camminare a fatica”. Prima una diagnosi sbagliata per un problema al cuore, poi altri esami e la scoperta della malattia: “In pratica le proteine si depositano su certi punti vitali e bloccano il corpo. E si muore. Non c’è cura”.
Le conseguenze dell’amiloidosi: “Ho perso 40kg, un giorno mi sono svegliato e avevo 80 anni”
Da un giorno all’altro la sua vita è cambiata: “La mia generazione non ha mai avuto il pensiero di invecchiare, io lavoravo come se avessi 30 anni prima che mi capitasse questo. Poi mi sono svegliato e all’improvviso ne avevo ottanta. In un anno ho perso 40 kg, ogni sapore è alterato dai medicinali”. Vive in una dependance nella Maremma, sulle pareti poster delle sua foto di John Lennon e Paul McCartney, Andy Warhol, Fellini, Clinton, Fidel Castro. “Ho imparato da tanta gente speciale. Sicuramente da Don Milani, da Muhammad Ali e da Bob Dylan. A volte una frase, anche di una canzone, è più importante di tanti libri. La fotografia è impegno etico”.
Toscani: “Ricordo di essere morto per qualche minuto”
Il letto per la fisioterapia, qualche attrezzo per la ginnastica, le cure con una trattamento sperimentale: “Faccio da cavia, a ottobre ho anche preso una polmonite virale e il Covid, sono stato ripescato per i capelli, anzi ricordo di essere stato morto per qualche minuto. Nella mia mente ho visto una cosa astratta di colori un po’ psichedelici”.
Toscani: “Sono sempre stato libero, vivere è un imbroglio, si perde tempo”
“Non avevo mai pensato di ritrovarmi in questa situazione – aggiunge – la bellezza è che non ti interessano più patria, famiglia e proprietà, la rovina dell’uomo. Io ho vissuto troppo e troppo bene, sono viziatissimo. Non ho mai avuto un padrone, uno stipendio, sono sempre stato libero”. Il pensiero in questi ultimi giorni va anche alle sue tre mogli, i sei figli, e i sedici nipoti. E alle volontà post-mortem: “Non voglio un funerale. Mi portino a bruciare e via. Sono sempre stato laico, neppure i miei figli ho battezzato. Vivere vuol dire anche morire, eppure nessuno parla della morte. Cosa c’è dopo? Non mi interessa. Sono a posto con il padreterno, io. Si vive come imbrogliandosi, perdendo tempo».
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