Finnegan Lee Elder e Christian Gabriel Natale Hjorth hanno una “allarmante personalità nonostante la loro giovane età”, con una “adesione a modelli comportamentali devianti, l’esaltazione delle droghe e l’ostentazione di armi e denaro quali simboli di affermazione documentati dalle immagini rinvenute sui loro telefonini”, che “evidenziano la indubbia capacità criminale di entrambi”.

Sono le parole durissime scritte dai giudici della prima Corte d’Assise di Roma, presieduta da Marina Finiti, finite nelle motivazioni che hanno portato alla condanna all’ergastolo dei due giovani americani che il 26 luglio 2019 uccisero con 11 coltellate il vicebrigadiere dei carabinieri Mario Cerciello Rega, militare 37enne di Somma Vesuviana (Napoli).

“NESSUN PENTIMENTO” – Nelle motivazioni della sentenza di condanna emessa il 5 maggio scorso, accogliendo le richieste della procura di Roma e in particolare del pm Maria Sabina Calabretta, i giudici della Cassazione rilevano che i due giovani turisti americani quella sera “cercavano lo ‘sballo’ a Trastevere, volevano assumere alcol e cocaina, ricevuta la sola da Brugiatelli e da Pompei pianificano la richiesta estorsiva non già perché la somma loro sottratta sia importante, tutti e due ammettono che 80 euro non era un importo rilevante per loro, ma la frode subita suscita in loro rabbia, voglia di rivalsa, devono dimostrare a loro stessi che nessuno può raggirarli così facilmente”.

I giudici evidenziano nel loro giudizio anche il “sostanziale distacco dalle vicende di quella notte e dal loro tragico epilogo”. Mai, si legge nelle motivazioni, Finnegan Lee Elder e Christian Gabriel Natale Hjorth hanno manifestato “segni concreti di ravvedimento, nessuna rielaborazione in chiave critica di quelle condotte, al contrario fanno di tutto per diminuire le loro obiettive responsabilità”. Da parte dei due americani non c’è “nessun pentimento. A fronte di tali risultanze non si ravvisano elementi positivamente apprezzabili per riconoscere le circostanze attenuanti generiche”.

Durissimo in particolare il giudizio nei confronti di Finnegan Lee Elder: “Cerciello non piò più riferire la sua versione, ma il suo corpo martoriato parla per lui e attesta la furia omicida di Elder“.

IL RUOLO DEI CARABINIERI – Per i giudici della prima Corte d’Assise di Roma appare dunque “insostenibile e risulta smentita” da quanto emerso nel corso del processo la tesi della difesa, ovvero l’aggressione da parte di Cerciello Rega e Andrea Varriale nei confronti dei due imputati “qualificarsi, senza mostrare un tesserino, per di più disarmati e in pari numero ai loro antagonisti, senza alcuna garanzia che sarebbero riusciti a prevalere fisicamente e nella consapevolezza di non disporre di appoggi immediati”.

Per i giudici “i due imputati, sono consci di trovarsi in una situazione di illiceità, sono consapevoli di aver commesso più reati, quando si rendono conto di trovarsi di fronte a carabinieri devono sovrastarli, costi quel che costi”.

Redazione

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