Si è tenuta nel Tribunale di Frosinone una nuova udienza del processo per l’omicidio di Willy Monteiro Duarte. Diversi i testimoni che hanno raccontato ciò a cui hanno assistito quella sera partendo dall’inizio della discussione con Belleggia e Pincarelli, e l’arrivo dei fratelli Bianchi in piazza Oberdan, a Colleferro. Sul banco dei testimoni sale Federico Zurma, l’amico che Willy stava cercando di difendere, che si trovò nel mezzo della discussione iniziale poi degenerata nel brutale omicidio. La lite iniziale, quella in cui Willy non aveva alcun ruolo, i motivi della discussione, la dinamica, l’intervento del giovane di Paliano e poi la violenza immotivata contro di lui. Nella corte d’assise del tribunale di Frosinone sono stati questi i temi affrontati grazie al racconto di due testimoni chiave: Federico Zurma, l’amico, e Alessandro Rosati il fidanzato della ragazza che aveva ricevuto gli apprezzamenti. È stato lui a dire “Willy aveva un ruolo passivo, non riesco a capire perché se la siano presa con lui”.

“Conoscevo Willy dai tempi della scuola, siamo entrambi cuochi e quando ci incontravamo parlavamo del lavoro, di ragazze. – Inizia così la testimonianza dell’amico d’infanzia di Willy Monteiro Duarte L’ho rivisto quella sera mezz’ora prima che Belleggia, a cui ero andato a chiedere spiegazioni sul perché il suo amico (Pincarelli) avesse fatto degli apprezzamenti poco graditi a una ragazza che era nel mio gruppo, mi colpisse all’improvviso con un pugno facendomi cadere dalle scale. Dopo essere rivenuto ho rivisto Belleggia sul luogo dell’aggressione. Ci siamo nuovamente confrontati, stavolta con qualche spinta, fino all’arrivo dei fratelli Bianchi. In quel punto c’era anche Pincarelli. Erano arrivati i miei amici e nel giro di pochi minuti la piazza si è riempita. C’era gente che guardava, qualcuno si era messo in mezzo. Il confronto con Belleggia è durato cinque minuti. C’è stata qualche spinta reciproca”.

Poi l’arrivo dei Bianchi con Pincarelli e Belleggia che erano appena indietreggiati “i quattro hanno avanzato come una falange, è stata un’aggressione a caso, a chiunque avessero avuto di fronte. Willy si trovava al posto sbagliato al momento sbagliato – testimonia Cristiano Romani che quella sera era nel gruppo di amici di Federico Poi ho visto la loro auto che arrivava sfrecciando da via Buozzi, un suv Audi scuro che ha frenato di colpo. Gabriele (Bianchi ndr.) è sceso di corsa e l’ho visto sferrare un calcio in petto a Willy. Dopo il calcio, ho visto Willy cadere in terra e poi rialzarsi e poi ho visto altri piombargli addosso”. Gli attimi sono concitati, in piazza Oberdan ci sono decine e decine di persone accorse per sostenere o soltanto per assistere alla lite tra Federico Zurma e Francesco Belleggia.

Nel ripercorre le fasi concitate di quella serata, Alessandro Rosati ha riconosciuto tutti i quattro imputati per omicidio volontario e poi a proposito del calcio sferrato a Willy ha specificato: “Si trattò di un calcio tirato da qualcuno che lo sapeva fare, con una determinata tecnica, con una determinata potenza”. Un colpo devanstante per Willy tanto che un altro testimone, Jorghe Zequiri, ha raccontato: “Willy era a terra, lo hanno circondato. Non so dire chi erano con precisione, ma intorno a lui c’erano tre o quattro persone. È stata un’aggressione velocissima. Ho visto Willy a terra, boccheggiava come un pesce. Lo hanno colpito con pugni e calci”. Lucia, la madre di Willy, che aveva saltato l’udienza con la testimonianza del medico legale è invece oggi di nuovo presente in aula anche se fa molta fatica a reggere le parole di Zequiri che le fa rivivere lo strazio dell’aggressione a suo figlio. “Sembravano addestrati per fare una cosa del genere – conclude Zequiri- È stata una aggressione selvaggia, con calci e pugni al petto, al torace. Ho visto WILLY cadere a terra, dietro a una macchina,  e quelli che continuavano a tiragli calci”.

Gianni Emili

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